In questo clima ogni foglia che si muove rischia di generare una tempesta e, invece di attendere con fiducia le conclusioni di oltre 4 anni di lavori ed approfondimenti, tutti a fare i dietrologi e ad amplificare ogni stormir di fronda.
Figuriamoci se i "gazzettari" potevano farsi scappare le frasi che il Papa ha pronunciato nell'omelia a Santa Marta :
I commenti, anche irriverenti, si sono sprecati.
Ma è proprio questo che ha detto il Papa ? E' solo questo ? Non è che faccia parte di un discorso più ampio che gli ammalati di scoop e di "ripetitivite" si dimenticano stranamente di riportare ?
Vediamo cosa ha detto veramente ed in quale contesto, per poi rifletterci sopra.
Non siamo persone che vanno “dietro ad una
filosofia”, ha avvertito, “siamo unti” e abbiamo la “garanzia dello Spirito”.
Detto terra-terra, sbagliamo se consideriamo la Chiesa una qualsiasi istituzione umana, alla stregua di una associazione sportiva, un partito politico o una organizzazione umanitaria. La Chiesa è la sposa di Cristo e tutti i suoi veri figli sono ispirati dallo Spirito Santo.
L'identità cristiana, quindi, è una cosa concreta, non una religione soft.
Non è un qualcosa che si adotta o si abbandona a seconda del momento o della convenienza o della comodità.
Purtroppo “siamo
peccatori", quindi l'identità cristiana "viene tentata; le tentazioni vengono sempre” e l’identità
“può indebolirsi e può perdersi”.
Il Papa mette in guardia da tre strade pericolose:
annacquare la testimonianza, attendere sempre una novità e privilegiare la mondanità.
Per il primo punto - “quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la
testimonianza. ‘Eh sì, sono cristiano. Il cristianesimo è questo, una bella
idea. Io prego Dio’. E così, dal Cristo concreto, perché l’identità cristiana è
concreta – lo leggiamo nelle Beatitudini; questa concretezza è anche in Matteo
25: l’identità cristiana è concreta – passiamo a questa religione un po’ soft,
sull’aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c’è lo scandalo. Questa
identità cristiana è scandalosa. E la tentazione è: ‘No, no, senza scandalo’”.
Per carità, viene da dire, non scandalizziamo nessuno annunciando il Vangelo come Gesù ci ha ordinato, annacquiamolo, adattiamolo ai tempi ed al mondo così che il mondo lo accetti e non si accorga neanche di cosa stiamo annunciando. Non facciamo scandalo
Per il secondo punto ha
avvertito che ci sono “quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità
cristiana”, quelli che hanno “dimenticato che sono stati scelti, unti” che “hanno la
garanzia dello Spirito” e cercano: “‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi
la lettera che la Madonna
manderà alle 4 del pomeriggio?’ Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non
è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama ‘Gesù’ e niente di più”.
Per il terzo punto, la mondanità, l'ha classificata come una strada per fare passi indietro nell’identità cristiana, ed ha detto che la mondanità fa perdere sapore alla nostra testimonianza:
Ecco !
Di tutto questo interrogarsi interiore, di tutto questo cammino, quello che si è letto è stato, appunto : “‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?".
Nessuno dei commentatori ha, nemmeno lontanamente, accennato all'intero discorrere dell'identità cristiana, anzi tutti, concentrandosi solo su questa frase, l'hanno letta come una "bocciatura" di Medjugorie.
Poteva il Santo Padre evitare questo riferimento ?
Probabilmente si, ed il ragionamento non ne avrebbe patito neanche un pò.
Avrebbe anche potuto ricordarsi, e ricordare, che anche a Lourdes, a Fatima o la La Salette Maria ha dato degli appuntamenti.
Avrebbe anche potuto considerare lui stesso che, nell'attesa del pronunciamento su Medjugorie, qualsiasi riferimento sarebbe stato utilizzato per ricamarci sopra.
Ma il suo messaggio è questo ed in ogni caso è chiaro.
Quale messaggio, da queste vicende, deve arrivare a noi e farci riflettere?
Principalmente che dobbiamo andare alla ricerca di quali sono i messaggi veri che il Santo Padre ci invia, anche per via informale quale può essere una omelia.
Non limitiamoci alla lettura semplificata, comoda ed interessata che Repubblica con i suoi "evangelizzatori" vogliono farci arrivare.
Andiamo alle fonti. Diffidiamo delle letture frettolose che, pensiero unico o meno, arrivano a noi dai canali che sono interessati agli scoop e ancora di più a deformare, accreditandoli per reali, gli spunti che Papa Francesco semina ogni giorno.
Gli approfondimenti che la commissione, presieduta dal Card. Ruini, ha svolto, garantiscono che il pronunciamento della Chiesa su Medjugorie, qualunque esso sia, sarà rigoroso ed a vantaggio della vera spiritualità e verità.
Riflettiamo anche su quanti pronunciamenti di illustri presuli, teologi, cardinali e validi uomini di Chiesa vengono taciuti perchè scomodi o non allineati con il pensiero unico che le mode in auge vorrebbero imporre.
La verità è sempre nei dettagli, e sono quelli che dobbiamo andare a scoprire, guardando nelle pieghe nel "non detto" o del "volutamente taciuto".