domenica 28 giugno 2015

FRANCIA E LIBIA : IL PIANO B

FRANCIA E LIBIA : IL PIANO "B"

L'Italia ha un piano "B" per risolvere il problema dei clandestini e degli sbarchi incontrollati, da contrapporre all'Europa sorda e latitante?

Non lo so. 

Dall'annuncio di Renzi sono trascorsi più di quindici giorni e non se ne vede traccia. 
Va bene che ormai siamo abituati all'effetto annuncio, ma forse vuol dire che non c'è alcun piano in sostituzione di quello principale, che del resto non si sa qual'è e risulta oscuro anche a chi lo ha proposto.

Prima che Renzi ci dica di stare tranquilli, sembra che porti un po’ male, io vorrei dargli una mano.

Perché io, un piano “B” ce l'ho ! 

Anzi, ne ho due! Uno collegato all’altro. 

Ecco il mio piano "B" ed il “B-Bis”:


PREMESSA
La navigazione in acque internazionali è consentita senza restrizione alcuna, almeno che non si sia in guerra con una nazione ed allora una nave, soprattutto se militare, può essere attaccata ed eventualmente affondata.
Noi non siamo in guerra con nessuno, anche se sono in molti ad essere in guerra contro di noi, ma le navi da affondare che io ipotizzo, non sono di una nazione straniera, sono proprio quelle italiane.
Per i barconi libici vediamo fra un attimo.
Se qualcuno si sentisse in guerra con noi, dopo l'attuazione del mio piano "B", potrebbe dichiararcela ufficialmente.

PIANO "B" 

In Libia, attualmente ci sono due governi.
In realtà non ve ne è neanche uno e chi governa è solo il caos.
Nominalmente, però, ci sono due governi, uno dei quali riconosciuto da noi e dal consesso internazionale, ed è contrapposto all'altro, emanazione dell'ISIS, non riconosciuto da noi.

Visto che in Libia ci sono quindi due poteri contrapposti ed il governo regolare che ha qualche piccola difficoltà a mantenere l'ordine pubblico, potrebbe richiedere ufficialmente il nostro aiuto.
Con una richiesta del genere,  potremmo intervenire in Libia senza altre necessità di mandati ONU o di riconoscimenti internazionali.
Incursori del battaglione San Marco
La nostra azione può svolgersi andando a conquistare e presidiare un territorio, anche di pochi chilometri quadrati in Libia, nella costa della Cirenaica, preferibilmente vicino al confine egiziano per poter operare congiuntamente con l'esercito del Cairo che di suo aveva già inviato truppe per contrastare l'avanzata dell'ISIS.
Peccato che quando il Presidente egiziano venne in visita da noi, Renzi era più interessato a sbadigliare, a mandare e ricevere messaggi ed a twitterare che non a parlare con lui.

Quindi, dicevamo, conquistare e presidiare una tale zona con attacco dal mare e dal cielo da parte nostra e via terra da parte egiziana è una cosa fattibile.
Se qualche nave libica osasse attaccare le nostre navi, presenti su espressa richiesta del legittimo governo libico, si tratterebbe di certo di navi ribelli, nemici del governo nazionale che ci ha richiesto aiuto, quindi saremmo autorizzati a rispondere al fuoco e distruggerle, sia in acque internazionali che nelle acque territoriali libiche.
Vista la differenza tecnologica e di armamenti, la cosa non dovrebbe presentare difficoltà
Avendo una piccola zona da difendere, eventualmente fortificandola, anche la permanenza non dovrebbe essere troppo difficoltosa.
Sarebbe garantita la copertura aerea e quella "lato mare", oltre alle truppe egiziane a fare da appoggio.
Conquistata e fortificata tale zona, difesa dal mare dalle nostre navi e dal cielo dalla nostra aeronautica, la marina potrebbe operare in prossimità delle coste libiche pattugliando la zona in continuo, intercettando i barconi direttamente alla partenza, trainarli e portarli in questa zona (libica) presidiata e fortificata.
Portaerei Cavour - Nave ammiraglia della nostra marina militare
Eventuali cernite dei profughi, per vedere chi veramente arriva da zone di guerra e potrebbe avere diritto all'asilo e chi no, sono possibili direttamente sul suolo libico.
Chi non ha diritto ad alcun asilo politico sarebbe "caldamente" invitato ad uscire dalla porta principale e ritornare nel paese, la Libia, da cui cercava di uscire illegalmente.

Se la Francia è intervenuta militarmente nel Mali senza incarico ONU, non si vede perchè noi non potremmo intervenire in Libia su richiesta del governo "amico".
In aggiunta a questo, sempre su richiesta del governo libico, si potrebbero distruggere tutte le bagnarole utilizzate per la traversata.

Non c'è bisogno di bombardare nulla, se non strettamente necessario.
Le nostre navi, stazionando davanti alla costa libica e pattugliandola, potrebbero facilmente individuare le imbarcazioni utilizzate, o da utilizzare, per le traversate, aiutate in questo da agenti locali a terra.
Alcune mine ben piazzate da operatori subacquei potrebbero danneggiare gravemente ed affondare i barconi all'ancora individuati singolarmente.

Eventuali imbarcazioni che riuscissero comunque ad eludere il blocco, o che arrivassero da altre nazioni, sarebbero intercettate da altre nostre navi in pattuglia nelle zone più a nord che interverrebbero per le indispensabili operazioni di salvataggio.
Non sapendo se la provenienza è libica o da altre parti, non potremmo portare i naufraghi in Libia.

Nessun problema. Abbiamo parlato del

PIANO "B- Bis"

Non vogliamo mica andare contro le Leggi internazionali vero ?
Le Leggi internazionali dicono che il clandestino deve essere  soccorso e messo in condizioni di sicurezza.
Se è possibile va riportato nel paese da cui proviene e NON in un altro, come ci sta insegnando la Francia in questi giorni. 

Allora li salviamo, li recuperiamo, li rifocilliamo e, facendo rotta verso nord, puntiamo oltre la Sicilia, oltre la Sardegna e potremmo fermarci, in acque internazionali, ad esempio vicino alla Corsica, oppure puntare direttamente verso Marsiglia o giù di li (anzi ad ovest di li).
Il Presidente francese Hollande

A 50 - 40 miglia dalla costa francese (il limite delle acque territoriali è 12 miglia) i clandestini vengono rimessi entro gommoni adeguati, dotati di motore e benzina e, con la costa in bella vista, fatti calare in mare.

La normale conclusione potrebbe essere una dichiarazione di guerra da parte della Francia.

Non è pensabile, infatti, che la Francia non sappia delle nostre navi in arrivo, o che non le veda.

Vedrà indubbiamente le nostre navi avvicinarsi, anzi le seguirà durante tutto il percorso.
Se adesso la Francia sembra non disporre di navi da inviare a supporto di Triton sono certo che in questo frangente le troverà.
Ma sfortunatamente non potranno fare nulla, a meno di bombardarci e dichiararci guerra.
Stiamo parlando di acque internazionali.

In realtà la marina militare francese avrà due opzioni, non una :
1) attaccare le nostre navi (dichiarazione di guerra come detto sopra: risultato ottimo per migliorare la fratellanza europea);
2) soccorrere i naufraghi e portarli a casa loro. Come primo paese d'ingresso dovrebbero decidere cosa farsene. In questo caso è bene mettere subito in allarme la nostra polizia e creare un cordone a Ventimiglia nell'ipotesi che orde di clandestini provenienti dalla Francia, paese ospitante, si riversi nei nostri territori.

La marina militare Francese, però, potrebbe anche fare una terza cosa : salvare a loro volta i naufraghi in acque internazionali ed accompagnarli sulle coste italiane, che so, vicino Livorno sarebbe l'ideale, ma anche San Remo andrebbe bene, come le nostre navi hanno fatto accompagnandoli alle coste francesi.
Sarebbe un problema ? Certo che no !
I nostri, lungi dallo scomporsi, dovrebbero "salvarli" nuovamente, sempre in acque internazionali, e riaccompagnarli nei pressi di Marsiglia o giù di li e si ricomincia il giro.
Lo spettacolo umoristico sarebbe interessante anche per qualche delfino ed eventuali sardine di passaggio in quelle acque.

Sono certo che non si arriverebbe mai a quanto descritto sopra.
Basterebbe l'esposizione del "progetto di azione" (Piano "B" o piano "B-Bis" o l'insieme dei due) e, forse, la Francia, l'Europa e l'ONU si siederebbero ad un tavolo per trovare una soluzione reale sia per i clandestini che stazionano sul nostro territorio, sia per la guerra guerreggiata che il furbo intervento provocato da Sarkozy ha instaurato in Libia coinvolgendo stupidamente anche noi.

Già con la semplice esposizione di un piano del genere, le cancellerie europee e mondiali (Obama la vedrebbe la cosa un pò nera) si sveglierebbero e la pianterebbero di giocare a nascondino.

Non dimentichiamo che la diplomazia sotterranea (nostra) aveva cercato di far capire ad entrambi i governi libici che per nessuno dei due la vittoria è possibile, quindi l'unica speranza di porre fine al massacro in atto è quella di trovare un accordo tra le due parti.

C'eravamo quasi riusciti, a quanto mi risulta, poi qualcosa è andato storto, anche se lo zampino della Francia questa volta non è provato.
Forse la consapevolezza che, in assenza di un accordo, nessuno avrebbe usato la forza contro i due contendenti libici, li ha sconsigliati a siglare l'accordo ed allora continuano a scannarsi ed a lasciare campo libero ai mercanti di uomini, anzi favorendoli.

Se l'ipotetico uso della forza potesse divenire reale, le parti in causa dovrebbero accordarsi obtorto collo.

Fantapolitica ?
Forse abbiamo un pò esagerato, ma non ci sembra eccessivamente fantapolitico lo scenario che abbiamo ipotizzato.

A noi sembra fantapolitica quello che sta accadendo adesso e che possiamo anche riepilogare:
Esecuzione in piazza di presunte spie dell'ISIS

Gli USA che creano ed armano l'ISIS sperando che abbatta il siriano Assad e poi si chiedono da dove arrivano questi energumeni che sgozzano le persone, distruggono città, musei, monumenti e finanziano il terrorismo a casa nostra;

La Francia che truschina per abbattere Gheddafi, trascina nel suo delirio tutto l'occidente e scatena un caos chiedendosi, oggi, da dove arriva;
Muhammar Gheddafi

La Francia, che ha milioni di africani, suoi ex cittadini delle colonie africane che adesso si è dimenticata di aver occupato ed oppresso per decenni, che rifiuta il ricongiungimento di qualche centinaio di profughi che vorrebbero solo andare dai loro parenti francesi;

La Francia (sempre loro) che conosce i potenziali terroristi, li segue, li intercetta, li monitorizza e poi non fa nulla per evitare gli attentati sanguinari sul suo stesso territorio;

La Russia, che aveva ammonito in tempi non sospetti sugli errori dell'attacco a Gheddafi, che adesso viene esclusa dai contatti e dai colloqui per trovare una soluzione al problema mentre potrebbe essere parte della soluzione stessa.

Diceva Giovannino Guareschi che "pazzi a questo mondo ce ne sono tanti, ma nessuno come gli uomini e le donne che bazzicano su questa terra".

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