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| La basilica di Colle don Bosco |
Con la guida, l'accompagnamento e la celebrazione di don Roberto Spataro SDB, la S. Messa Solenne, il Santo Rosario e la Benedizione Eucaristica, una giornata di preghiera, di condivisione e di ringraziamento è volata via in un attimo e la sera, al momento dei saluti, è rimasta l'amarezza di dover lasciare gli amici con cui si è trascorsa una giornata fantastica per un pellegrinaggio molto sentito e partecipato.
Il sole, spuntato nel tardo pomeriggio dopo una mattinata di pioggia, esaltava la voglia di rimanere e continuare l'esperienza comunitaria, ma era nel contempo anche un auspicio di una serenità che si avverava contro ogni previsione.
La relazione finale di don Roberto Spataro che, autorizzati dal relatore, pubblichiamo di seguito, ha fatto meditare tutti aprendo il cuore alla bellezza dell'incontro con Dio Padre ed il Suo Santo Figlio Gesù Cristo nello splendore della Messa Tridentina.
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| Il coro della Schola Gregoriana di Saluzzo (CN) |
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| La Santa comunione |
I giovani ? Alla Messa Tridentina ?
Al pellegrinaggio Summorum Pontificum ?
Si: moltissimi giovani.
Apriva il cuore solo a vederli, pensando anche ai commenti sarcastici di quanti reputano che la Messa V.O. sia una "funzione" solo per nostalgici con i capelli bianchi.
A ricordo della giornata alleghiamo un breve filmato della Santa Messa (Vedi qui).
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| La Santa comunione ad una mamma con il suo bambino |
MT = Messa Tridentina;
VO = Vetus Ordo, cioè la forma della stessa Messa Tridentina, la Messa di Sempre;
NO = Novus Ordo, cioè la forma della Messa istituita da Papa Paolo VI dal periodo post conciliare;
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| S.S.Benedetto XVI in preghiera |
Ultima notazione riguarda le foto di corredo all'articolo che, a parte quelle riferite alla giornata del pellegrinaggio, sono riprese dal web.
Abbiamo anche scritto troppo, quindi lasciamo spazio alla relazione di don Roberto Spataro.
La
Messa tridentina e la vita della Chiesa contemporanea
Cari
amici,
Sono
molto lieto di prendere la parola dinanzi a Voi in questa occasione e
in questo luogo. Pertanto ringrazio di cuore gli organizzatori di
questa giornata. In questo luogo, infatti, tutto ci parla di don
Bosco che è stato un santo eucaristico che ha considerato la Santa
Messa, la Comunione frequente, la devozione eucaristica pilastri del
suo progetto educativo.
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| Casa natale di San G. Bosco |
Sotto
lo sguardo compiacente e benedicente di don Bosco, vorrei dunque
svolgere il tema assegnatomi, cari Amici, partendo
dall’intramontabile Catechismo di San Pio X, oggi più che mai faro
di luce per distinguere le verità della fede dagli insegnamenti
erronei che anche autorevoli Pastori della Chiesa diffondono. Dice
dunque quel prezioso libretto:
"Ogni
cattolico deve avere per la Chiesa un amore illimitato, reputarsi
infinitamente onorato e felice di appartenerle, e adoperarsi alla
gloria e all’incremento di lei con tutti quei mezzi che sono in suo
potere".
Ebbene,
tra i mezzi che sono in nostro potere per contribuire all’incremento
della gloria, cioè della fedeltà, della bellezza, del rispetto
della e per la Chiesa di Dio, che è la Sposa diletta di nostro
Signore Gesù Cristo e che è nostra Madre, mossi dall’amore e solo
da esso, e giammai da spirito di rivalsa o zelo amaro, che sono
inganni in cui il demonio vorrebbe attrarci, noi promuoviamo la Messa
nella forma straordinaria del Rito Romano, incoraggiati
dall’insegnamento di quel grandissimo Papa che non esito a definire
Doctor
Ecclesiae,
il quale, con il Motu proprio Summorum
Pontificum che
ricordiamo a dieci anni dalla sua pubblicazione, ha restituito piena
dignità a questa forma di offerta del Santo Sacrificio.
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| S.S. Papa Benedetto XVI |
Sì,
cari Amici, la Messa tridentina è e potrà essere sempre di più di
beneficio alla Chiesa dei nostri giorni per alcuni motivi che vorrei
illustrare, senza la pretesa di presentare una radiografia completa
del vissuto ecclesiale. Solo lo Spirito Santo sa bene che cosa stia
accadendo nella Chiesa d’oggi! E aggiungo io: grazie a Dio! Mi
limito dunque a segnalare alcuni fenomeni che mi appaiono rilevanti e
a metterli in relazione con la MT.
-
L’aumento quantitativo del numero dei fedeli
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| Samuele unge Davide |
Il secondo dato è che l’aumento di fedeli è quasi esponenziale in Africa e non irrilevante in Asia. Terzo è l’avvisaglia di un declino in America Latina, non sufficientemente registrato dalle statistiche ufficiali, a causa dell’adesione alle comunità evangelico-pentecostali. Bene, che cosa può c’entrare tutto questo con la MT? Riprendo i tre rilievi qualitativi.
A)
Primo, la fecondità delle famiglie cattoliche riguarda
significativamente quelle che partecipano alla Messa tridentina. Se
ci recassimo nei paesi dove la MT ha la maggiore diffusione, ossia la
Francia e gli Stati Uniti, ci accorgeremmo che è massiccia la
presenza di coppie mediamente giovani con i figli, minimo tre. Ossia,
esiste un legame che associa l’adesione degli sposi cattolici
all’insegnamento
tradizionale della Chiesa sul matrimonio, il cui fine primario è
quello della generazione e dell’educazione cattolica dei figli,
alla MT che è sentita come parte integrante e centrale di quella
Tradizione dottrinale. Tra l’altro, se entrassimo nelle case di
queste famiglie, in genere molto accoglienti, respireremmo un’aria
pulita, l’atmosfera di una vera Chiesa domestica, come richiesto
dal Magistero del Concilio Vaticano II sulla scorta degli antichi
Padri della Chiesa e del Magistero precedente, dove i figli non sono
superviziati e drammaticamente soli e dove i genitori, un uomo e una
donna, non sono dei bacchettoni, ma delle persone serie e amabili.
Insomma, più MT e più famiglie cattoliche, più famiglie cattoliche
educate dalla MT e più serenità familiare.
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| Don Spataro alla consacrazione a Castelnuovo don Bosco |
B)
Secondo dato, i cattolici africani e asiatici. Portano con sé, con
l’ingresso nel catecumenato, un senso autentico e innato del sacro,
espresso o nella pratica delle religioni tradizionali e animiste in
Africa, o nella visione sapienziale della vita in Asia, e tuttavia
insoddisfatto e perciò aperto a quel perfezionamento che la
Rivelazione cristiana offre loro. Ora, questo senso del sacro
costituisce – come sappiamo bene – una delle caratteristiche
precipue della MT. I cattolici africani e asiatici amano il latino
della MT, il latino del gregoriano, anche il latino della forma
typica
e solenne del VO,
perché lo percepiscono come una lingua sacra adeguata a parlare di
Dio e a Dio dal momento che non è la lingua d’uso quotidiano o la
lingua del paese coloniale ed europeo verso il quale c’è sempre un
po’ di diffidenza. E quando scoprono l’esistenza della MT non
pochi di essi si rallegrano. Ve ne parlo per esperienza diretta. Ho
in mente una giovane donna cinese, convertita al Cattolicesimo perché
i cinesi erano e sono interessati al Cristianesimo. Venuta in Europa
per studiare filosofia, a Vienna si è imbattuta in un Padre
domenicano che celebra con il Vetus
Ordo.
Si è innamorata di questo rito e, per lei che ha conosciuto il
Cattolicesimo in età adulta, è questa la forma più completa e
appropriata che unisce la lex
credendi
alla lex
orandi.
Oso pensare, perciò, che in Africa e in Asia,un maggiore successo
nell’opera di evangelizzazione che sembra così cara al Pontefice
attuale che ha dedicato la sua prima esortazione apostolica alla
gioia del Vangelo e che ha fatto della “Chiesa in uscita” una
formula non infelice del suo programma pastorale, sia associato anche
alla presentazione della MT.
C)
E veniamo al terzo fatto: i cattolici si avviano ad una diminuzione
in America Latina che, a meno di un cambio di tendenza, cesserà di
essere il continente dove si concentra il maggior numero di
cattolici. Già in un paio di paesi del Centro America, Honduras e
Salvador, sono sotto il 50% della popolazione. L’aggressività del
proselitismo evangelico-pentecostale ed altre cause concomitanti
hanno portato a questa situazione. Un rimedio a questa penosa
emorragia di fedeli cattolici potrebbe essere rappresentato anche
dalla MT. Ricorderete, forse, che non molto tempo fa è circolato su
siti e riviste del mondo legato alla tradizione il risultato di
un’indagine di “mercato” commissionata dai vescovi brasiliani
per comprendere meglio da un punto di vista sociologico questo
fenomeno, che anche in Brasile ha raggiunto proporzioni drammatiche.
In sostanza, l’agenzia dichiarò che per recuperare i fedeli, la
Chiesa ha bisogno di mostrare un’identità forte e chiara ed
un’alterità inconfondibile rispetto alle altre denominazione
cristiane, senza buttare ingenuamente o stoltamente
alle ortiche quei segni esterni che la tradizione – e quando
diciamo tradizione, diciamo Padri della Chiesa, martiri, confessori,
santi, pietà popolare, dottori e teologi - ha consegnato per
trasmettere il messaggio di salvezza del Cattolicesimo, dalle campane
agli abiti dei religiosi, dalle processioni alle chiese belle e non
mostruose. Una Messa veramente cattolica, senza imitazioni dei culti
protestanti, ai quali è talvolta ridotta la Messa nel NO a causa
degli abusi liturgici giunti al limite della sopportazione,
appartiene a questo patrimonio. Parlando ai vescovi brasiliani
attoniti, tra i quali ci sono ancora dei vecchietti nostalgicamente
abbarbicati al mito esiziale della teologia della liberazione, il
presidente dell’agenzia di marketing Alex Periscinoto, ritenuto il
“miglior marketing manager” del Brasile, ha dichiarato.
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| Un momento della celebrazione a Castelnuovo don Bosco |
“Purtroppo,
voi avete cambiato il modo in cui è celebrata la Messa. Oggi la
Messa non è più in latino e non si volgono più le spalle ai
fedeli. Pensavate forse di far qualcosa gradita. Invece, ho una
brutta notizia da darvi. Mia mamma mai pensò che il sacerdote le
volgeva le spalle. Lei pensava invece che tutti, fedeli e celebrante,
guardassero Dio. A lei piaceva il latino, anche quando non ci capiva
un granché. Per lei, il latino era un linguaggio mistico col quale i
ministri della Chiesa parlavano con Dio. Lei si riteneva privilegiata
e ricompensata per aver assistito, in ginocchio, a una cerimonia così
importante. Secondo me, il cambiamento che voi avete fatto nella
liturgia della Messa, è stato un tremendo errore. Posso sbagliare.
Io non sono un teologo. Io analizzo il problema dal punto di vista
del marketing. E da questo punto di vista, è stato un disastro”.
Insomma,
per evitare la fuga dei fedeli, anziché inventarsi una pastorale
fumosa e mielosa, inconsistente e goffamente alla rincorsa di un
mondo che pensa a ben altro di quanto partorito di sterili
commissioni pastorali autoreferenziali di cui abbondano certe curie
episcopali, forse, basterebbe moltiplicare serenamente e
fiduciosamente le MT.
Una cappella dove si offre il Santo Sacrificio
della Messa con fede e devozione, secondo il VO, è un vero “ospedale
da campo” dove si somministra la medicina che risana: la Grazia
della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
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| Scorcio della cappella di Maria Ausiliatrice |
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L’ecumenismo
Un
po’ la globalizzazione, un po’ il movimento migratorio dei popoli
e, dunque, di minoranze religiose, un po’ lo sviluppo della
teologia sia in ambito cattolico sia nel mondo protestante, fatto è
che i cristiani di diverse denominazioni si conoscono meglio e i loro
leader dialogano a diversi livelli per ritrovare quell’unità che
si è persa lungo i secoli del passato. A proposito di questo
benedetto ecumenismo, vorrei dire due cose.
La
prima riguarda il mondo delle Chiese ortodosse. Per loro, la liturgia
è tutto. È il Cielo che scende sulla terra e la terra che si
innalza al Cielo. E non sbagliano. Le loro iconostasi sono una
rappresentazione visibile della Chiesa celeste che si associa a
quella pellegrinante sulla terra nella lode eterna a Dio. Alla
liturgia, celebrata dai ministri usando canti e preghiere antiche e
poeticamente delicate e compiendo gesti dal forte contenuto
simbolico, i fedeli assistono con devozione e, talvolta, con
commozione. Le nostre nonne recitavano il Rosario, i giovani fedeli
ortodossi accendono ceri dinanzi alle icone, mentre i loro pope
entrati nel santuario, dietro l’iconostasi, compiono un’azione
misteriosa perché compiuta da Dio, proprio come nella MT quel
mistero è trasmesso dal silenzio del Canone. Questo è il loro modo
di intendere l’actuosa
participatio.
Ora i fedeli ortodossi potranno più facilmente entrare in dialogo
con i cattolici, apprezzarne la ricchezza liturgica e dottrinale, se
vedranno che essi celebrano la divina liturgia, come essi chiamano la
Santa Messa, secondo una ritualità veneranda e dignitosa, e
ravviseranno una parentela liturgico-spirituale tra i loro riti e la
Messa nella forma straordinaria del rito romano in quanto tutte le
liturgie appartengono ad uno stessa origine, che risale all’epoca
post-apostolica.
Purtroppo, la riforma liturgica postconciliare ha rotto questa parentela e ha modificato in modo così radicale la liturgia romana che il NO appare agli orientali come una realtà estranea alla loro vita spirituale.
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| Mons. Lorefice in bici nella cattedrale a Palermo |
E
veniamo ai nostri fratelli appartenenti
alla galassia infinita e talvolta polverizzata delle denominazioni
legate alla Riforma protestante. C’è un fenomeno, marginale certo
rispetto ad altre esperienze di vita cristiana, ma pur sempre
significativo. Si verifica principalmente negli Stati Uniti. Tra i
fedeli che regolarmente frequentano la MT vi sono coloro che,
insoddisfatti della proposta di vita cristiana in comunità
protestanti, sono approdati al Cattolicesimo attratti dalla nobiltà,
dalla sacralità, dall’integrità della liturgia tradizionale. Mi
pare che il cosiddetto dialogo ecumenico potrebbe avvalersi
fruttuosamente delle ricchezze della liturgia antica. Anche qui, come
per la pastorale, meno chiacchiere umane e più Messe, che sono
azione di Dio.
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Le persecuzioni
In
occasione del grande Giubileo del 2000, quello sì che fu “grande”,
la “memoria dei martiri” suscitò degli studi seri e si comprese
che se, approssimativamente, nel corso di 20 secoli tra i Cristiani
si contano circa 100 milioni
di martiri, il 70% di essi si concentra negli ultimi due secoli,
soprattutto il “secolo breve”, quello dei totalitarismi e delle
ideologie, figli degeneri della Rivoluzione, prima di quella
protestante e poi di quella francese.
Il secolo XXI sembra non essere
da meno. Cessato il totalitarismo comunista, nonostante sacche di
resistenza in Asia, altri avversari sono insorti, soprattutto il
fondamentalismo islamico. Ecco alcuni dati, facilmente rintracciabili
in rete in un’intervista rilasciata da Alfredo Mantovano,
Presidente dell’Associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”.
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| ISIS: esecuzione in piazza |
“Torturati,
stuprati, imprigionati, in una parola perseguitati per la fede in
Cristo. Sono i 150 milioni di fedeli che nel mondo soffrono a motivo
del loro credo secondo i dati diffusi dalla Ong Open
Doors.
In 700 mila sono fuggiti dalla Siria nei primi quattro anni della
guerra, il 70% dei cristiani ha lasciato l’Iraq dal 2003. In un
solo anno sono 4344 i fedeli uccisi e 1062 le chiese bruciate. A
causa del Vangelo in Corea del Nord circa 70mila persone sono in
carcere, mentre in Pakistan ogni anno 700 donne sono vittime di
conversioni forzate”.
Né
si può sottovalutare che nei paesi cosiddetti liberi dell’Unione
Europea forme di discriminazione più o meno sottile verso i
Cristiani si moltiplicano per limitare o escludere del tutto
l’influenza del Cristianesimo sulla vita sociale.
Sono
stato recentemente in Ucraina. Ho visitato la tomba del cardinale
Slipji e ho ascoltato le testimonianze dei fedeli della chiesa
greco-cattolica sottoposta a una persecuzione violenta e pervicace da
parte dei comunisti che ne decretarono l’abolizione, con la
complicità della Chiesa greco-ortodossa. A costo di subire
vessazioni, condanne, incarceramento, torture, quei sacerdoti e quei
fedeli non volevano e non potevano rinunciare al bene più grande: la
Messa e l’Eucaristia. Sono storie commoventi quelle che ho
ascoltato. In tempo di persecuzioni, in tempo di discriminazioni, in
tempo di resistenza e di combattimento spirituale, i fedeli hanno
bisogno più che mai della Grazia del Sacramento dell’Eucaristia. E
in contesti così seri dove bisogna scegliere tra la vita e la fede,
la Messa deve essere una cosa seria
e non lo show di un prete fatuo e
vanitoso che cerca di intrattenere gli spettatori stanchi e annoiati.
La MT protegge la serietà del sublime atto del Sacrificio di Cristo
nel recinto sacro delle rubriche e così impedisce atti arbitrari del
prete e dei suoi collaboratori liturgici che snaturano la Messa e la
fanno diventare altro, spesso una pagliacciata che offende i milioni
di martiri e confessori della fede che hanno celebrato la Messa nelle
cantine, nei boschi, nei nascondigli, a repentaglio della loro
libertà, della loro sicurezza, a volte, della loro stessa vita. La
MT è
la Messa in cui misticamente tutti saliamo sul Calvario e non per
un’amena passeggiata. Ci immergiamo in una storia di persecuzione,
quella dell’Innocente per eccellenza, il suo Sangue viene effuso,
la Sua Passione si rinnova, il Martire capofila di tutti i martiri,
si immola sull’Altare. I credenti sono così esortati, ammoniti,
preparati ad affrontare il martirio, bianco o cruento che sia. La
MT è la Messa di una Chiesa martiriale, la Chiesa di oggi, di ieri,
di sempre.
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| Benedizione Eucaristica a Colle don Bosco |
Ed
ora l’ultimo punto. Il nostro amato Catechismo di san Pio X diceva
che nella Chiesa cattolica l’appartenenza è data dalla
condivisione della stessa fede, dalla stessa celebrazione dei
sacramenti, dall’obbedienza all’autorità del Sommo Pontefice e
dei Vescovi in comunione con lui. Oggi – e non sveliamo nessun
mistero – sotto lo stesso ombrello, si riparano fedeli e pastori
che, pur dichiarandosi sinceramente appartenenti alla stessa Chiesa
cattolica, professano una fede diversa, quando pure c’è la fede.
Un perito al Sinodo sui vescovi della famiglia, quello ordinario, mi
ha riferito: “Sai, il problema non era dialogare con Vescovi che
hanno posizioni teologiche diverse o sensibilità pastorali
differenti. Il problema è che alcuni Vescovi non credono più a
nulla”. Il Superiore generale di un glorioso ordine religioso
parlando ad un suo collega, pochi anni fa, disse: “C’è un’intera
provincia religiosa, dove i miei confratelli, di fatto, professano
una sorta di ateismo pratico”. Nelle Università pontificie, dove
si preparano i futuri professori delle facoltà teologiche e dei
seminari, da cui escono i preti che formano i catechisti che a loro
volta istruiscono i fedeli, si insegna una congerie di errori, nel
migliore dei casi, vere e proprie eresie, in altri casi, senza che
sia ammissibile che un’autorità, se pure ha conservato la fede del
Catechismo, intervenga per censurare. Anzi, a partire da qualche
anno, dal 2013 direi, se qualcuno coraggiosamente difende la fede del
Catechismo
della Chiesa cattolica
in quegli ambienti ove il demonio lavora molto, rischia di essere
censurato e sanzionato, dal momento che subisce un’incriminazione
terribile: custodisce la dottrina, che è sempre cattiva, e non amare
la pastorale di turno, un contenitore di ogni stranezza e di ogni
errore, che è invece è sempre buona. Non mi attardo su questo punto
perché è davvero desolante e non mi piace – per temperamento –
aprire il cahier
de doleances.
Pensiamo
ai rimedi. I rimedi immediati sono due: anzitutto, diffondere e
insegnare il Catechismo mostrando come la fede cristiana, nella sua
essenzialità, risponda alle ragioni della ragione e alle aspirazioni
più autentiche del cuore umano. Ed insieme al Catechismo un antidoto
potente all’anarchia dottrinale che rattrista il Cuore di Cristo
Maestro e Pastore, anzi Pastore perché Maestro e Maestro perché
Pastore, è proprio la nostra MT. Lì c’è tutto quello che bisogna
sapere per salvarsi l’anima, conoscere Dio, amarlo, servirlo e
goderlo su questa terra e poi con felicità piena ed eterna nella
beatitudine del Cielo. Un fedele che frequenta regolarmente la MT,
sostenuto da una buona catechesi e formato da omelie degne di questo
nome, scamperà alla pioggia di stupidaggini e di errori che cadono
senza tregua come missili contro la fede dei nostri padri da
giornali, come la Repubblica
di Scalfari, televisione, siti internet, cattedre di esegesi,
teologia, morale e liturgia, pulpiti, convegni pastorali, aule di
de-formazione catechistica e chi più ne ha più ne metta.
Nella sua
candida semplicità, la MT, con il suo Messale autentico breviarium
fidei,
ci fa fare un ripasso del Credo e della Storia sacra, ci comunica i
Misteri della storia della salvezza, ci propone una selezione di
passi della Scrittura e di insegnamenti dei Padri, che ispirano una
parte considerevole dell’eucologia, ritroviamo le categorie
portanti della fede pensata lungo i secoli in cui è stato formulato
il dogma: creazione, peccato, redenzione, santificazione, vita
eterna, in un’atmosfera orante che unisce spontaneamente la lex
credendi alla
lex
orandi,
che illumina e sostiene una buona lex
vivendi,
accompagnati dalla potente intercessione di Maria Santissima, Regina
del Messale Romano del 1962, in comunione con quella Chiesa celeste
che spesso ricordiamo nella MT, i cui abitanti ci fanno sentire meno
soli e indifesi in questa valle di lacrime.
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| Il Messale Tridentino |
Concludo.
Anzitutto, elevando un sincero atto di ringraziamento a Benedictus
XVI Magnus che ha incoraggiato la Chiesa a fare della liturgia il
cuore della sua vita. Se la Chiesa celebra bene l’opus
Dei,
allora potrà portare avanti fedelmente e gioiosamente la sua
missione nel mondo. Altrimenti, ogni ricetta pastorale, anche se
formulata con slogan piacevoli per qualche giorno che accarezzano le
orecchie dei media che li divorano e poi li dimenticano, sarà pula
che il vento disperde. Il SP, l’apprezzamento per la MT e
l’incoraggiamento ad usare la forma straordinaria del Rito Romano
sono l’atto più importante, a mio avviso, del Magistero di questo
Papa che ci ha insegnato a guardare al Cielo, a contemplare Nostro
Signore Gesù Cristo e a incontrarlo nella Santa Messa. Sull’altare,
quando si offre il Sacrificio secondo la MT, tutti guardiamo il
Crocifisso: Stat
Crux dum volvitur orbis.
Allo stesso tempo, in questo luogo della Terra Santa Salesiana, dove
è nato don Bosco, che ci ha insegnato ad amare il Papa e non Pio IX,
quel don Bosco così caro a Papa Francesco, a nome di tutti esprimo
un atto di deferente omaggio al Sommo Pontefice, accompagnato dalla
nostra preghiera, quella preghiera che Egli stesso chiede
costantemente per l’esercizio del suo ministero. Dio sa tutto, Dio
può
tutto. E a Lui, cui vogliamo bene perché è il Papa, idealmente
facciamo giungere questo messaggio: ricordando il decimo anniversario
della promulgazione del MP SP e rinnovando il nostro apostolato per
la diffusione della MT, noi vogliamo agire sempre e solo ad
laudem et gloriam Nominis Dei, ad utilitatem quoque nostram totiusque
Ecclesiae suae Sanctae.

















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