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| Papa Francesco riceve da Evo Morales il crocifisso blasfemo |
Falce e martello, la presa ed il culatello.
E si. Non possiamo nascondere che
l’oggetto strano che vedete nella foto ha già fatto più volte il giro del mondo
e non tende a fermarsi.
Potremmo esimerci dal commentarlo ?
Certo che potremmo, ma lo commentiamo ugualmente
un po’ fuori dalle righe.
Oggi, inoltre, dobbiamo ricordare due
avvenimenti importanti : la presa della Bastiglia, avvenuta il 14 luglio 1789
ed i funerali del Cardinale Giacomo Biffi, che stanno avvenendo mentre
scriviamo.
Ieri, 13 luglio era l’anniversario della
terza apparizione di Fatima.
Chissà perché pochi lo hanno ricordato.
Le parole di Maria Santissima saranno ormai di normale routine, come quando
suona il postino alla porta. Va beh !
Il Cardinale Biffi è stato maestro, oltre che di teologia e di vita vissuta
in Cristo, anche di ironia graffiante e, chiedendogli scusa per l’accostamento,
siamo certi che dall’alto dei cieli si farà un sorrisetto e ci perdonerà se cercheremo di accostare il culatello della
sua terra d’adozione alla presa della Bastiglia per “contestualizzare” un terzo
avvenimento : la presa per il culatello da parte di Evo Morales.
Del resto se il ricordo della Nuova Bussola quotidiana (Vedi
qui) prevede anche un bel piatto di tortellini fumanti con il Cardinale,
non vediamo perché noi non possiamo pensare che in paradiso non sia reperibile
del buon culatello doc.
Allora: andiamo a commentare i due
avvenimenti a corollario del terzo: uno è tragico, perché la morte ha sempre
risvolti tragici, mentre l’altro, pur inducendo commozione e raccoglimento, per
molti è gioioso perché apre le porte di un mondo nuovo con prospettive
meravigliose.
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| Il Cardinale Giacomo Biffi - R.I.P. |
Quello del ritorno al padre del
Cardinale Giacomo Biffi è senza dubbio fra questi.
Avendo vissuto da innamorato di Gesù
Cristo, chissà quale gioia nel vederlo in tutto il suo splendore, poter essere
stretto tra le sue braccia già spalancate ad attenderlo nella dimora celeste.
Non possiamo che gioirne e chiedere al
Sant’Uomo di pregare anche per la nostra salvezza.
Oltre all’amore per Gesù ed all’impegno
a divulgare il Suo Vangelo e difendere la Sua dottrina aveva anche il dono di vedere i
fatti del mondo dall’ottica dei più piccoli, proprio come Gesù ha insegnato.
C’è un curioso aneddoto del 1977, ricordato
da “papale papale,com” (Vedi
qui) dove il Cardinale ricorda un amabile
invito a pranzo da parte del Papa Giovanni Paolo II. Biffi consiglia il Santo
Padre di evitare di chiedere troppe volte perdono, per evitare di essere
frainteso. Giovanni Paolo II risponde : “E’ vero. Bisogna pensarci”. Purtroppo,
proprio come Biffi temeva, il suo cammino di penitenza e perdono è stato trasformato
in un volgare atto d’accusa contro la Chiesa.
Del resto, come lo stesso
Biffi ricorda in un suo libro (la bella la bestia e il cavaliere – Jaka book –
1984) richiamato in altro articolo della Nuova bussola quotidiana (Vedi
qui), che il mondo appare proprio capovolto ed abbiamo da riflettere ancora oggi, a 31 anni
di distanza dalla pubblicazione: “A
esaminare con attenzione alcuni testi ecclesiastici recenti (del 1984 n.d.a.) (per
esempio, alcuni formulari suggeriti da qualche parte per le preghiere dei
fedeli) si ha l’impressione che i due vocaboli «mondo» e «Chiesa» rispetto
all’uso di prima si siano semplicemente scambiati di senso. Si implora sempre
infatti che la Chiesa
capisca, riconosca, si converta, abbandoni il suo egoismo e la sua volontà di
potenza ecc.; e per contro si prega perché il mondo venga riconosciuto e
appagato nelle sue aspirazioni, aiutato nelle sue necessità, esaltato nei suoi
valori. Ad ascoltare certe celebrazioni del mondo viene da domandarci perché
mai a Gesù Cristo sia venuto in mente di fondare la Chiesa , peggiorando
notevolmente le cose. (…)
L’inizio della rivoluzione francese, invece,
è uno di quei tragici avvenimenti che poi ti ritrovi fra gli inciampi anche due
secoli dopo con quel tanfo mortifero ammantato della luce illuminata di chi
pensa all’oggi, tuttalpiù al domani non sapendo pensare all’eternità.
Come diceva Jacques Baiville “il popolo
francese che commemora la presa della Bastiglia assomiglia ad un uomo che
festeggia l’anniversario del giorno in cui ha preso il tifo”.
Molti, ancora oggi, inneggiano alla
rivoluzione francese come un faro di libertà, come l’avvenimento che finalmente
ha aperto gli occhi e la mente ad una umanità ottusa e soggiogata dal potere
dei re e degli imperatori e da quello idolatrico della chiesa cattolica.
Non staremo a perdere tempo nel
confutare queste falsità.
Chi ha voglia ha solo l’imbarazzo di
scelta nella vasta storiografia che, però, non troverete facilmente.
Le morti e gli stravolgimenti portati
dall’ideologia dei lumi gridano tuttora vendetta a Dio.
Molti filosofi che in buona fede avevano
abbracciato le idee illuministiche se ne allontanarono dopo pochi anni appena
capirono che il terrore non era solo uno slogan, ma l’attuazione pratica di
ghigliottinamenti di massa a fronte di un semplice sospetto, di una delazione
interessata o anche molto meno.
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| Le suore carmelitane ghigliottinate a Compegnienge |
C’è un film “I dialoghi delle
carmelitane” che descrive il processo subito dalle suore carmelitane,
condannate a morte e ghigliottinate cantando senza che neanche una abiurasse
per avere salva la vita, neanche le più giovani.
E’ difficile da credere ma neanche in "You Tube" è reperibile la versione italiana del film.
Si trovano diversi spezzoni in lingua spagnola ed
in francese.
Molte interpretazioni dell’opera
teatrale con la maestosità della musica a far da cornice al martirio, ma
neanche una edizione italiana del film.
Ma non tergiversiamo e lasciamo questi
fatti marginali per tornare alle cose serie.
La presa della Bastiglia, unita al
culatello che il Cardinale Biffi amava tanto, fanno un bel coctail sintetizzato
dal divo Evo Morales e dai suoi regali al Romano Pontefice immortalati nella
foto di inizio articolo.
La performance di Evo Morales si sarebbe
potuta chiudere con quella foto; con la perplessa espressione del Pontefice nel
comprendere che quel pezzo di legno donato dal demagogo boliviano era un Cristo
appeso su una falce e un martello.
Poi, però, il portavoce padre Federico
Lombardi ha cercato di metterci una toppa e peggiorando di molto il buco ci
ha spiegato, punto per punto, che :
Punto primo : "il crocifisso interessato ha
una sua dignità perché disegnato da padre Luis Espinal, gesuita, assassinato
sotto la dittatura nel 1980";
Punto secondo : il simbolo “non aveva
intenzione di manifestare nulla di ideologico ma l’apertura del dialogo che
allora si doveva vivere con tutte le persone che si impegnavano per cercare la
libertà e la giustizia nel paese";
Punto terzo : quella discutibile opera
d’arte “va vista nella sua origine, nel tempo in cui è nata”
Si tratta, insomma, di "contestualizzare" il tutto e di certo –
aggiungeva, bontà sua, il portavoce – una cosa così non si può appendere nelle
chiese.
La nuova verità, dunque, è che il
trittico Cristo-falce-martello può essere simbolo di dialogo, e che soprattutto
in quell’immagine non v’è nulla di ideologico
Cercando di capire, seguendo i punti del
reverendo portavoce, non possiamo che constatare:
punto primo : Se uno fa una cazzata, ma
poi muore (se muore ammazzato è anche meglio), la cazzata in questione assurge
di diritto a dignità eccelsa. La famosa cazzata maxima.
Punto secondo : E’ risaputo che i
simboli non hanno mai nulla di ideologico, ma servono solo per aprire dialoghi
con chi si impegna a cercare libertà e giustizia. Nel caso della falce e del
martello è talmente palese, con i milioni di martiri passati a miglior vita,
che non necessitano altri approfondimenti.
Qualcuno si chiederà, invece, perché il
simbolo della svastica, noto simbolo indiano di alcuni millenni or sono, venga
invece ricordato associandolo ad un movimento politico tedesco che tante gioie
ha dato al mondo intero tra gli anni 20 e 45 del secolo scorso.
Punto terzo : L’opera d’arte va vista
nella sua origine, nel tempo in cui è nata.
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| La Pietà - Michelangelo |
Notoriamente le vere opere d’arte, fuori
dal loro conteso e dal loro tempo non rendono bene l’idea dell’artista, quindi
possono essere travisate.
Come gli eroi, che dopo l’atto eroico
dovrebbero morire, perpetuando all’infinito quell’istante eterno, così le opere
d’arte dovrebbero sparire per non correre il rischio di interpretazione
inopportuna.
Per chi fosse perplesso possiamo
assicurare che l’appalto per dare una mano di biacca al soffitto ed alle pareti della cappella sistina è
già in corso.
Al “critico d’arte” che alcuni anni fa
prese a martellate la Pietà
di Michelangelo sta per essere conferita una medaglia al valore, insieme ad una
reprimenda per aver iniziato l’opera, ma non averla portata a compimento
Questo Evo Morales, a nostro parere,
deve essere un intenditore della realtà moderna che nessuno finora aveva
disvelato nelle sue pieghi più recondite.
Capisco che per voi poveri cristi (con
la minuscola) il discorso può sembrare oscuro.
Arrivo e mi spiego.
Senza dubbio saprete che Gesù Cristo,
Figlio di Dio, si è fatto uomo ed è morto per noi, in remissione dei nostri
peccati. Se non lo sapeste, andatevelo a leggere.
Ci sono dei libri (si chiamano Vangeli)
che dovrebbero essere annunciati.
Qualcuno dice che devono essere
annunciati in modo nuovo, ma ATTENZIONE a non farvi ingannare.
I Vangeli sono sempre quelli. La vulgata
corrente dice che bisogna annunciarli in MODO NUOVO. e NON che bisogna
annunciare DEI NUOVI VANGELI.
Questo è bene che ve lo mettiate bene
nella zucca una volta per tutte.
Chiarito ciò andiamo avanti.
Come è morto Gesù Cristo ? E’ morto in
croce, in remissione dei peccati e per la salvezza di tutti i peccatori.
Dopo duemila anni dagli avvenimenti
narrati, però, non è che il genere umano si sia proprio redento, anzi !
Pensate veramente che un bel repulisti,
tipo diluvio universale, sarebbe proprio fuori posto ?
Magari senza esagerare, ma qualche novella
Sodoma e Gomorra non sarebbe il caso di riproporla in modo realistico in 3 D ?
E se ci andasse di mezzo anche Saviano
sarebbe proprio un guaio ?
Ma Dio è misericordia, e non la pensa come
me.
Anche perchè sa che non servirebbe a nulla.
Il giorno dopo, passata l’umidità del
diluvio, o spenti gli ultimi incendi dei fulmini, si tornerebbe come prima.
Allora ha creato menti illuminate che ci
ricordino i guai che abbiamo combinato e continuiamo a combinare in questo atomo di mondo.
Evo Morales è stato incaricato di
ricordare i milioni di morti, martirizzati anche in nome di Cristo, da una strana
entità chiamata “comunismo”.
Quale miglior modo di ricordarlo se non
sostituendo la Santa Croce
con la falce ed il martello ?
Quello che è avvenuto ogni giorno
nell’ultimo secolo, è bene ricordarlo sostituendo alla Croce i simboli della
disperazione cosmica chiamata comunismo che, procurando milioni di morti,
credeva di cancellare la Croce
primordiale.
Occorre ricordarlo visto che qualcuno
potrebbe anche dimenticarselo, ed Evo Morales lo ha fatto.
Visto che il comunismo non è l’unico
guaio dell’umanità, anche se senza dubbio è stato il più grosso, occorrerebbe
ricordare anche gli altri attori della tragi-commedia cui il genere umano sta
assistendo da secoli.
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| Amleto con il teschio di Yorick |
Un Gesù “appeso” ad una ghigliottina, ad esempio, non
sarebbe male e, guarda le combinazioni, ne parlavamo proprio sopra.
Magari non appeso, ma “sottoposto” ad
una ghigliottina.
Ci potrebbe anche essere un seguito con
Gesù Cristo, risorto, che va da Robespierre con la testa sotto il braccio a
chiedergli conto dei suoi peccati.
Purtroppo l’idea me l’ha già fregata un
drammaturgo inglese che si è inventato un certo Amleto che gira con il teschio del finto padre tra le mani.
Le ripetizioni è bene evitarle.
Le ripetizioni è bene evitarle.
Una croce formata da due sigarette di
sostanze strane non sarebbe male. Anzi !
Oserei dire che l'idea sarebbe stupefacente.
Con tutti i morti ammazzati sull’altare
della chimica perversa, anche questo sarebbe da ricordare.
Non sarebbe poi male un Gesù Cristo
trucidato dai giornali !
Qui, però, dobbiamo fermarci perché (come insegna Charly Hebdo) ha già trovato modo di ricordarlo la "concorrenza" con sede alla Mecca.
Ma il messaggio non mi sembrava fosse propriamente un inno all’amore.
Ma il messaggio non mi sembrava fosse propriamente un inno all’amore.
Un Gesù Cristo sacrificato on line, sui
computer, sarebbe invece quanto di più attuale ci possa essere.
Com’è che nessuno ci ha ancora pensato ?
Purtroppo devo correggermi. Ci hanno già
pensato ..... e lo fanno ogni giorno.
Però, chissà perché, non amano
pubblicizzarlo.
Ebbene, proprio il pubblicizzarlo
potrebbe essere una grande rivelazione.
Quante anime traviate da internet. Quante
falsità raccontate in rete. Quanti bambini e ragazzi traviati e avviati sulla strada della perdizione.
Quanti adulti presi per mano e portati a
rendere omaggio al dio denaro, al dio sesso, al dio potere.
Far morire Gesù sul computer, in
streaming mondiale, potrebbe essere quanto di più reale. Anzi, a dire il vero,
sarebbe la milionesima replica di quello che, senza rendercene conto, viviamo
ogni giorno ridendoci pure sopra.
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| Dom Helder Camara |
No ! Questa idea meglio scartarla.
Per quanto ci si possa sforzare di
renderla realistica, eventualmente sfruttando effetti speciali, sarebbe solo
una pallida imitazione di quello che accade realmente.
Quindi non renderebbe affatto l’idea.
Però ribadiamo, tornando all’idea originale, che EVO MORALES ha avuto una ottima intuizione nell’appendere Dio fatto uomo alla fonte principale dei crimini ed al padre dei peccati: la falce ed il martello.
Però ribadiamo, tornando all’idea originale, che EVO MORALES ha avuto una ottima intuizione nell’appendere Dio fatto uomo alla fonte principale dei crimini ed al padre dei peccati: la falce ed il martello.
Meno male che qualcuno ci ha svegliato
dal torpore e ce lo ha ricordato.
Speriamo solo che non ritorni anche
Gianni Minà a cantarci nuovamente le lodi eterne di san Fidel, san Chavez, san
Ortega e san Morales.
Giunge comunque notizia che per san
Helder Camara si sta attrezzando, ma con base a Roma e non a Cuba o in Brasile.







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