lunedì 1 giugno 2015

Il Papa, l'aborto, i mafiosi



Il Papa parla, fa catechesi, esprime i concetti che l'insegnamento di Gesù Cristo ha lasciato comandando di seguirli.
I media (giornali, TV, internet, ecc.) lo divulgano sottolineando le Sue parole con i commenti. Sappiamo tutto quello che dice il Santo Padre ..............
E' proprio vero che sappiamo tutto ?
Oppure sappiamo quello che ci vogliono far sapere ?

Domenica 31 maggio, festa della Santissima Trinità.
Il Papa parla dalla finestra di San Pietro e dice (semplifico) che gli immigrati che muoiono sono nostri fratelli, che la vita viene prima di tutto, che bisogna stare accanto ai fratelli (ne sopra ne sotto, ma a fianco).
Molte volte il Papa parla tramite le omelie a Santa Marta, ed anche le sue esternazioni mattutine arrivano a noi con i commenti del caso.
Tra Venerdì e Sabato il Papa ha ricevuto persone, gruppi, ha fatto catechesi, ma cosa è trapelato ?
In realtà quasi nulla, se non per chi va a cercarsi la notizia.
Eppure non erano affermazioni leggere, quelle fatte dal Papa in queste circostanze, di quelle che passano senza lasciare traccia
Parlando di aborto ha detto, fra l'altro : "Aborto ? Non si risolvono i problemi facendo fuori una persona ! Così fanno i mafiosi !"
Per vedere il resoconto su "il foglio" (Vedi qui)

Non ci sembra una affermazione leggera. Nemmeno a livello di audience.
Si, perchè molte volte ci viene detto (giustificazione pelosa), che non si può pubblicare tutto quello che il Papa dice perchè fanno poca audience, ed allora occorre riassumere ecc.
Una frase simile viene taciuta perchè non fa audience ?
Il Papa che paragona l'aborto alle pratiche mafiose non fa audience ?
Oppure le parole del Santo Padre devono essere piegate alla cultura dominante, quindi le verità scomode devono essere tacitate ?
Il "CHI SONO IO PER GIUDICARE" ha fatto il giro del mondo con le attribuzioni più svariate e mai vicine alla verità, visto che si inseriva nel contesto di un discorso che, nella vulgata, non viene mai evidenziato.
La Misericordia di Dio accoglie tutti, quindi, parlando del mondo gay, se una persona fa scelte d'amore anche disordinate, ma ricerca il bene e si pente, .... chi sono io ......
Il riferimento al peccato ed al peccatore non viene mai fatto, perchè altrimenti si dovrebbe dare qualche spiegazione che, invece, è meglio tacere.
Gesù dice all'adultera : "Non ti hanno condannato loro, non ti condanno neanche io".
Ma non si ferma quì (stessa cosa che i pennivendoli fanno con il Suo rappresentante in terra), ma continua e le dice : "va e non peccare più".
Per la misericordia occorrono infatti due condizioni, ed è bene sottolinearlo, visto che l'anno della misericordia è alle porte : IL PENTIMENTO e LA FEDE.
Gesù non condanna l'adultera, ma neanche la assolve. Si limita a dire (e per quel tempo e per il tipo di peccato è tantissimo) "va!". Però aggiunge pure la condizione "... e non peccare più".
Gesù non sa se l'adultera è pentita, quindi non può assolverla, quindi si limita a non condannarla mettendogli la condizione di allontanarsi dal peccato, che resta un peccato.
La distinzione tra peccato e peccatore, quindi, c'è già nei Vangeli e non è una "invenzione" della Chiesa..
Anche San Giovanni XXIII non perse occasione per distinguere l'errore (da condannare) dall'errante (da accogliere). Ma anche questo non viene mai ricordato.
Ci si limita a parlare del "Papa Buono" secondo i clichè di comodo e delle mode buoniste e nessuno ricorda, ad esempio, la dura tirata d'orecchie che il "Papa Buono" fece ai parrocchiani che lo applaudirono all'interno della Chiesa, ricordandogli che quella è la casa dell'Altissimo e l'applauso non è corretto, neanche se si tratta del Papa.
Citarlo, in un mondo di messe beat in Chiesa, condite da discorsi da supermercato e da applausi anche per ricordare che la donna delle pulizie ha fatto un buon lavoro, farebbe venire qualche dubbio sulla validità delle mode correnti e degli equilibrismi sempre più avanzati e da giustificare.
Il Papa Buono è sempre stato il Papa morto.
Così è stato, per rimanere solo agli ultimi con San Giovanni XXIII su Paolo VI.
Paolo VI in paragone con San Giovanni Paolo II e quest'ultimo con Benedetto XVI.
Non è stato fatto per Benedetto XVI e non solo perchè, grazie a Dio, non ci ha ancora lasciato, ma perchè la sua dirittura morale, la sua cultura teologica ed il suo Magistero di continuità con 2 mila anni di evangelizzazione lascia appigli  nulli alle mode correnti.
Non possono neanche farlo con Papa Francesco, anche lui vivo ed in pieno Magistero, vista la sua popolarità e la vicinanza alla gente, ed allora occorre fare di tutto per tacitarlo.
Far trasparire solo le cose che i modaioli vogliono sentire ed ignorare il resto, che in realtà è la sostanza, ma che ci viene nascosta.
Se è proprio necessario divulgare il suo pensiero, meglio piegarlo alle interpretazioni comode (da quì il ... chi sono io .... e centinaia di altri esempi).
Quello riportato sopra è solo uno dei tanti.
Ma parlare di aborto, definendolo un assassinio e paragonandolo alle pratiche mafiose, non è allineato con il pensiero unico corrente.
Così come non è allineato parlare di famiglia formata da un uomo ed una donna che allevano i propri figli che, a loro volta, hanno il diritto di avere un padre ed una madre.
Non è allineato dire che le pratiche dell'utero in affitto è una delle peggiori forme di sfruttamento della povertà per fini abietti e nel totale silenzio del mondo femminista e di quello che si autoproclama emancipato e che manifesta se, per errore, muore un orso bruno, ma tace sui milioni di bambini  morti d'aborto con numeri da fa impallidire il vecchio caro Adolfo che il suo degno parente Peppino Stalin.
Le informazioni, andiamo a cercarcele di prima mano.
Se abbiamo dei dubbi sull'insegnamento del Magistero, vediamo di approfondire e non seguire il vangelo secondo Repubblica.
Facciamo, Noi, da amplificatori, se gli altri mettono la sordina alle verità scomode
Lo slogan di questo blog "LA CHIESA NON TEME I PROPRI NEMICI, MA TEME L'IGNORANZA DEI PROPRI FIGLI"  vuole indicare anche questo.

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