domenica 31 maggio 2015

FUTURO - FAMIGLIA - REGIONALI


Scrivo Domenica 31 maggio. Le urne sono aperte Il risultato non c'è ancora.
Le mie, quindi, sono considerazioni su possibili scenari e sui possibili esiti sia nel centro destra che nel PD oltre a considerazioni sulle ripercussioni nel Paese e nell'ambito cattolico in particolare.
Anche i meridionalisti dovrebbero riflettere e cercare strade condivise, invece di impossibili rivoluzioni.
Le mie riflessioni sono queste. Le urne sono ancora aperte, Il domani dipenderà comunque da noi.



La prima considerazione è che nell'ultimo mene, anzi nell'ultima settimana gli scenari sono completamente cambiati.
Renzi si è fatto mettere in trappola e non ha avuto il coraggio di andare sino in fondo. Non per nulla le sue previsioni sono passate da un trionfalistico 7 a 0 ad un più prudente 4 a 3, sino alla dichiarazione finale che gli esiti non coinvolgeranno comunque il suo governo.

Cosa è accaduto ?
E' accaduto che tutte le contraddizioni del PD sono venute a galla in modo evidente e potrebbero trascinare Renzi in una crisi dagli esiti imprevedibili.
Anzitutto gli "impresentabili".
Avere la lista dei cosiddetti "impresentabili" a poche ore dal voto non ha aggiunto o tolto nulla agli scenari precedenti. Gli interessati sono più o meno sconosciuti, meno che in un caso : De Luca.
L'impatto, però, va oltre i singoli nomi e, soprattutto a sinistra, potrebbe provocare un terremoto ed indurre molti a disertare le urne.
Le liste, infatti, erano già pronte da mesi e la commissione antimafia avrebbe potuto predisporre e pubblicare i nomi dei coinvolti, già da tempo. Averlo fatto alla vigilia del voto induce, con molta probabilità, l'elettore medio di sinistra a sentirsi impotente e fuori dai giochi che si fanno alle sue spalle.
Paradossalmente l'effetto De Luca potrebbe sentirsi più in Liguria che in Campania.
In Campania, infatti, De Luca è conosciuto ed apprezzato. Salerno, in confronto a Napoli, sembra un salotto. Da quelle parti, inoltre, si vota per cordate, usando un eufemismo.
In Liguria, invece, potrebbe sentirsi il riflesso mediatico del nome campano che, unito alle voci dissenzienti nel partito, guidati da Cofferati, potrebbe portare molta acqua al mulino del dissenso. Indipendentemente che la candidata di Cofferati riesca ad affermarsi (molto improbabile), anche se arrivasse al 12 - 15 % sarebbe la controprova evidente che la fronda interna è molto forte ed in futuro potrebbe condizionare pesantemente il partito, dall'interno o con una scissione.
Il PD, inoltre, non può contare su una struttura periferica armonica a quella centrale. In periferia comandano i signori delle tessere e la loro presenza sul territorio condiziona molto le scelte locali, anche se in contrapposizione ai dettati romani.

Questo non è detto che sia un male per Renzi.
Qualora la fronda si sentisse abbastanza forte potrebbe tentare la famosa scissione con il vantaggio, per Renzi, di depurare il partito delle voci dissenzienti.
La trappola anti-renziana (perchè di questo si tratta) delle liste degli "impresentabili" comunque la dice lunga sui motivi per cui queste liste sono state preparate.
Nella polemica pre-elettorale ci si dimentica che sia la scelta di pubblicare tali liste che i criteri con cui comporle erano state votate quasi all'unanimità e, nella foga di dimostrare che la trasparenza era uno degli obiettivi del governo, insieme all'approvazione della Legge anticorruzione, Renzi si è fatto mettere nell'angolino da cui gli riesce un pò difficile muoversi, anche tenendo conto che De Luca non è un candidato dei suoi.
Per il Centro-destra lo sfacelo evidente non consente analisi pacate ed obiettive.
In una situazione normale sarebbe quasi da gioire sulle evidenti difficoltà del centro-sinistra.


Nella situazione in cui si trovano i partiti di centro-destra si corre il rischio, oltre che non riuscire ad avvantaggiarsi delle difficoltà degli avversari, a confondere una eventuale "tenuta" (anche nel caso di 4 a 3) con una parvenza di vittoria, illudendosi che i problemi siano finiti e che il renzismo abbia oltrepassato il suo apice per iniziare la fase discendente.
Questo porterà, invece del rinsavimento e della constatazione che cento partitini non fanno un partito, alla pia illusione che ognuno degli interessati sia il sale della terra e risulti indispensabile per la costruzione comune a danno di tutti gli altri, quindi a danno del centro-destra nella sua interezza.
Nel caso la vittoria arrivasse solo in Veneto, questo porrebbe Salvini in posizione di dire che il nuovo capo del centro-destra lo hanno decretato gli elettori.
Purtroppo sappiamo tutti che l'avversario ideale, per garantire a Renzi una nuova vittoria in campo nazionale, sarebbe proprio Salvini.
Questo scenario, quindi, lungi dal portare tutti a gridare il proprio mea culpa, battendosi il petto con dei mattoni, potrebbe portare solo ulteriori divisioni e spaccature ancor più deleterie ed insanabili nella completa assenza di una leadership concreta e condivisa.

Per quanto attiene l'ambito cattolico, in aggiunta a quanto sopra, occorre fare altre due considerazioni:
Anzitutto la lezione del referendum irlandese sembra non stia insegnando nulla. Non si è capito che oltre ad una Chiesa compatta, forte e credibile (in Irlanda erano assenti tutte e tre queste condizioni), occorre che la Politica (con la "P" maiuscola) torni ad essere frequentata dal mondo cattolico.
Non si è inoltre capito che il mondo cattolico deve dimostrarsi "adulto", non nel senso del beneamato mortadella, ma nel senso di popolo maturo, che comprende gli insegnamenti del Magistero e della Legge naturale e li applica, condividendoli, alla vita politica ed alle soluzioni per la convivenza civile e lo sviluppo della Nazione.

In Irlanda, infatti, oltre al comportamento suicida della Chiesa locale, minata anche dagli scandali della pedofilia e dalla perdita di credibilità, se i politici non avessero provveduto a depotenziare il referendum stesso approvando alla velocità della luca una Legge che consentiva l'adozione dei bambini alle coppie gay e l'utero in affitto, probabilmente il referendum non sarebbe passato, o non sarebbe passato con quelle percentuali.
In Italia si sta ripetendo il medesimo giochetto. La Legge Cirinnà è il grimaldello per innescare il tutto. Non parlare più di "principi non negoziabili" e non coinvolgere i politici in scelte di campo da esternare prima del voto e da difendere dopo, ci porterà a battaglie di recriminazioni che risulteranno sterili oltre che inutili, ponendoci in un piano inclinato che ci porterà ad una barbarizzazione della società di cui, pur non essendo conniventi, saremo corresponsabili.

Basta delegare. Se si delega occorre, almeno, aumentare il controllo.
Anche il Santo Padre Francesco, come tutti i predecessori con parole analoghe o diverse, hanno sempre invitato i cattolici ad impegnarsi in politica.
Impegniamoci in prima persona o, se non lo facciamo, appoggiamo in modo evidente e concreto chi è appassionato di politica, e non di poltrone, da controllare e redarguire se sarà il caso.
Il modo peggiore di affrontare i grandi problemi che sono già sul tappeto, ma ancora di più lo saranno in futuro è di disinteressarci.
Se ci disinteressiamo noi si "interesseranno gli altri e, parafrasando Enzo Ferrari all'inverso, all'ra avremo perso la battaglia, qualsiasi battaglia.

Non possiamo sperare che i grillini operino per un rinnovamento della società.
Il progetto dei  grillini è di trasferire in parlamento le chiacchiere da bar. Ma le chiacchiere, soprattutto se da bar, non hanno mai risolto nulla, se non aprire le strade al populismo più sfrenato da cui nascono le dittature e le peggiori ideologie.

Infine alcune considerazioni sui miei amici meridionalisti.
Spero di essere smentito e che le liste meridionaliste, almeno in Campania, abbiano un buon risultato. In Sicilia sarebbe quasi un miracolo.
Anche ammesso che il risultato sia buono, ci sarà la possibilità di governare ?
Ci sarà la possibilità di avere riconosciute la nostra identità ed i nostri diritti ?
Sicuramente NO !
Perchè non ripensiamo alle strategie attuate finora?
Abbiamo fatto tantissima strada. Si inizia a parlare del problema meridionale, veramente. Non come semplice "problema", ma come vessazioni da sanare, come conquista travestita da Unitarietà, Come possibile "soluzione" dei problemi attuali e NON PIU' come problemi a cui trovare una soluzione.

Anche per la dignità del popolo meridionale vessato e sfruttato per 150 anni, non è l'ora di giocare in grande ? Non è l'ora di iniziare a condizionare i partiti monopolisti, in attesa di avere un radicamento ancora maggiore ed incidere veramente nel cuore e nel sangue della nostra Patria?
Il problema del meridione, in fondo, non si incrocia con quello del mondo cattolico ?
Non lo dico solo storicamente parlando (Regno delle due Sicilie distrutto come lo Stato Pontificio), ma anche attualizzando i ragionamenti.
Tutto il meridione vorrebbe un sano tradizionalismo, non sa cosa farsene del modernismo. Il senso della famiglia è radicato nel nostro DNA e neanche se la Chiesa tutta si comportasse come la Chiesa d'Irlanda si staccherebbe dall'idea semplice ed immortale che la famiglia è composta da un Padre ed una Madre.
Allora cerchiamo tutte le alleanze possibili.
In ambito cattolico anzitutto. Nell'ambito del centro-destra in seconda battuta. In tutti coloro che credono che la verità venga prima degli schieramenti ideologici che non hanno più senso di esistere nel terzo millennio.
Allora avremo la possibilità di ricordare i "desaparecidos" di Fenestrelle o di San Maurizio Canavese. Di ricordare i nostri morti di Gaeta e di Civitella. Di dire che i briganti erano i veri partigiani, non quelli che a Porzus trucidavano i propri compagni su ordini arrivati da Mosca.
La insorgenza, insieme ad un vero risorgimento morale, civile e religioso, sarà assicurata.
Tutti gli uomini di buona volontà avranno qualcosa su cui ragionare e decidere.

Diamogli una alternativa che non sia solo tra RENZI ed ALFANO. Tra RENZI e BERLUSCONI o SALVINI.

Il futuro è nelle nostre mani.
Quando lo capiremo sarà troppo tardi.

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