giovedì 5 aprile 2018

CARTA CHE VINCE, CARTA CHE PERDE

Renzi (ex premier) con il Presidente Mattarella

Oggi, 4 aprile 2018, iniziano le consultazioni al Quirinale per la formazione del governo a seguito del voto del 4 marzo che ha rinnovato Camera dei deputati e Senato della Repubblica.
Non interessa tanto seguire le consultazioni, saranno solo routine e, forse, al secondo giro ci sarà qualche chiarimento operativo, visto lo stato di fatto e le forze in campo.
Più interessante, invece, è riflettere su quali siano realmente le forze in campo.
In soldoni è importante capire chi ha vinto e chi ha perso realmente il 4 marzo.
Non è una domanda retorica, se pensiamo che ancora oggi si discute animatamente su chi ha realmente vinto e chi ha perso nella seconda guerra mondiale
A mio parere sono risultati vincenti due (più uno) dei contendenti.
La vulgata propone come vincenti il MOVIMENTO 5 STELLE e la LEGA di Salvini.
Io ritengo che non sia così, anche se non ho la sfera di cristallo per leggere bene il passato.
Le previsioni sono difficili, come diceva il saggio, soprattutto se riguardano il futuro.
Una breve analisi generale per rifletterci insieme, anche se i fatti sono sotto gli occhi di tutti.
A parte analizzeremo, nei prossimi giorni, le situazioni delle singole formazioni politiche perché, indipendentemente da chi abbia vinto o perso, è importante il percorso che ognuno di loro farà in futuro e quale sarà la strada che deciderà di percorrere a fronte della vittoria sbandierata o della sconfitta patita.
Lo sconfitto più evidente, ma non il principale, è il PARTITO DEMOCRATICO.
Non solo Renzi, ma il PD.
Matteo Renzi al Lingotto di Torino - 2017

Renzi ne ha solo esaltato la portata, ma la sconfitta sarebbe arrivata comunque.
Le motivazioni sono, anche queste, sotto gli occhi di tutti, ma stranamente nessuno ne parla in modo compiuto.
La sinistra perde in tutta Europa, ma nel bel Paese hanno fatto di tutto per incrementare questa tendenza suicida. Dalla legge Cirinnà, allo Ius Soli passando per la Legge elettorale pensata per esaltare le coalizioni e poi facendo di tutto per non costruire coalizioni, anzi accettando scissioni interne.
Di LEU è inutile parlare, è nell’oblio della storia. Tutto Grasso che cala.
Il vero perdente, a nostro parere, è il MOVIMENTO 5 STELLE, anche se sono convinti di aver vinto, dimenticando che il nostro è un sistema parlamentare.
L’impostazione anti sistema, la contrapposizione frontale a tutte le altre le altre forze politiche ed il disprezzo per loro ostentato lo hanno portato alla vittoria percentuale costruita sfruttando la pancia dei cittadini e la pia illusione che le discussioni da bar, portate al parlamento, potessero essere strumenti di sviluppo e di risanamento di una situazione incancrenita che ha allontanato la politica dal paese ed il paese dalla politica.
Per i propri obiettivi il MOVIMENTO 5 STELLE doveva raggiungere la maggioranza assoluta, ma non ci è arrivato.
Luigi Di Maio

Essendosi tagliato tutti i ponti alle spalle, si trova emarginato ed in un vicolo cieco.
Quale partito appoggerà un esecutivo a guida Di Maio, con anche i ministri nominati prima ancora del voto, trascurando il proprio programma elettorale, e senza alcun potere reale, né operativo e neanche di controllo ?
Se il MOVIMENTO andasse al governo appoggiando altre forze e altri leader, sarebbe visto dai suoi elettori come una abiura delle posizioni finora sostenute, uno stravolgimento delle ragioni per cui il movimento è nato e si è sviluppato.
Non c’è futuro.
Sembra che i sondaggi successivi al voto diano il MOVIMENTO ancora in aumento, ma siamo ancora nella fase emotiva ed agiamo secondo l’italica usanza di soccorrere sempre il vincitore, ma la sensazione è che il MOVIMENTO abbia raggiunto il suo apice ed il futuro riserverà solo una discesa più o meno lenta o veloce.
Chi sarebbero, allora, i vincitori ?
Il vincitore in assoluto è il signor Berlusconi
In seconda battuta riteniamo che tra i vincitori siano da annoverare “IL POPOLO DELLA FAMIGLIA” e, in aggiunta, la LEGA di Matteo Salvini.
Andando in quest’ordine, e sempre riservandoci di approfondire a parte ognuno dei partiti e dei soggetti interessati, guardiamoli da vicino.
Berlusconi ha avuto le ali tarpate dal veto giudiziario ed ha commesso errori tanto marchiani da sembrare, verosimilmente, errori voluti.
In realtà, pur se si è speso in prima persona, non è riuscito a spostare gli indecisi, frenati dalla sua impossibilità a dirigere il futuro governo e dal ricordo, amaro, delle riforme incomplete che avrebbe potuto condurre in porto quando ne aveva l’occasione, ma che la corte insulsa dei suoi nominati e dei suoi alleati gli ha impedito di completare e su cui non si è saputo imporre con la necessaria determinazione.
Berlusconi con Clinton ed i Bush padre e figlio
In questo quadro si sono inseriti i ricordati errori di comunicazione, che potrebbero anche essere voluti, tenendo conto che arrivano dal re dei comunicatori.
La scelta di Tajani come possibile candidato premier ha portato in primo piano una persona valida, ma di secondo piano, la proposta è arrivata tardi e non è stata percepita come quella di un leader, di un trascinatore, mentre è stato un chiaro segnale per tutti che l’era berlusconiana era ormai tramontata.
Una persona seria, Tajani, ma che non scalda il cuore.
Una persona che, pur operando in modo corretto nelle istituzioni europee, ne incarna le contraddizioni e l’astio degli italiani nei confronti dell’invadenza di Bruxelles all’origine delle crisi economiche e valoriali di oggi.
In questa cornice, perché diciamo che Berlusconi è tra i vincitori?
Perchè è chiaro che nessun governo veramente operativo potrà essere formato.
Dei 5 STELLE abbiamo accennato e Salvini, di cui parleremo tra poco, pur conducendo il primo partito del centro-destra non può permettersi di fare il battitore libero e cantare fuori dal coro, pena la perdita di credibilità. Motivi analoghi ed opposti a quelli dei 5 STELLE.
Il governo che, inevitabilmente, sarà formato, dovrà, pur nelle pieghe di una crisi economica e di sistema ben lungi dall’essere risolta, con buona pace di Gentiloni e dei funzionai di Strasburgo, modificare la Legge elettorale e traghettare il paese a nuove elezioni che si svolgeranno, però, non prima di un anno. Nel 2019 i vincoli giudiziari di Berlusconi saranno accantonati e lui potrà di nuovo presentarsi agli italiani chiedendo l’appoggio a FORZA ITALIA e chiedendo di essere nuovamente designato, dal Paese, come leader del rinato centro-destra ed investito di nuovo alla guida del Paese.
Nel frattempo i problemi endemici saranno rimasti sul tappeto, sperando che non si siano ulteriormente acuiti, e sarà chiaro che ricette fantasiose quali il reddito di cittadinanza non sono percorribili e non porterebbero certo al risanamento ed allo sviluppo.
L’altro vincitore, per noi, è IL POPOLO DELLA FAMIGLIA.
Mario Adinolfi
Può sembrare arduo indicare in un nuovo partito, che è riuscito a conseguire lo zero virgola, il secondo vincitore della contesa e certo dipenderà molto da come il PDF si muoverà in futuro.
Però se analizzando il contesto in cui si sono mossi e le loro intenzioni del post-elezioni, ci sentiamo di affermarlo, adesso, a futura memoria.
Il PDF, infatti, ha subito un oscuramento totale.
Nessun invito a talk show di grido o di seconda fascia, nessun telegiornale che citasse gli incontri dei suoi esponenti con gli elettori, nessuno che citasse i punti del suo programma.
In sovrappiù anche le gerarchie ecclesiastiche hanno fatto del loro meglio per tacere sulla sua presenza.
Se anche avessero rilasciato dichiarazioni per prenderne le distanze, si sarebbe avuto il noto effetto del “parlate anche male di me, ma parlatene”.
Invece niente.
Il nulla.
Silenzio di tomba. Da Sabato Santo.
Le parrocchie impegnate alle ospitate di Emma Bonino o del PD, ma chiusura ermetica per 
IL POPOLO DELLA FAMIGLIA.
Emma Bonino

I minimi mezzi economici a disposizione, l’organizzazione volontaristica ed il peccato originale ancora da scontare hanno fatto il resto impedendo al PDF di raggiungere un risultato che eliminasse, almeno, lo zero prima della virgola.
Anche nell’esposizione dei risultati, nella notte dello spoglio che si è prolungata nei due giorni successivi, il PDF era accomunato insieme agli “ALTRI”.
Eppure, in queste condizioni disperate, è riuscito a sopravanzare partiti strutturati come CASA POUND o FORZA NUOVA, per non parlare delle formazioni di sinistra.
Anche per il PDF approfondiremo in separata sede il merito, ma qui è interessante sottolineare come il partito sia riuscito a cadere in piedi e come i suoi dirigenti abbiano preso spunto da questo risultato minimo per iniziare a costruire il futuro, credendoci ed iniziando il cammino che dalle prossime regionali e dalle amministrative di giugno lo porteranno alle prossime elezioni politiche che saranno, inevitabilmente, a breve o medio termine.
Il peccato originale di cui parlavamo è relativo alla sua nascita, annunciata proprio il giorno in cui a Roma era organizzato un incontro di tutti i gruppi che avevano organizzato i Family Day per valutare come muoversi e come trasformare in peso politico l’enorme mobilitazione di milioni di persone che, pagando di tasca propria e senza le mobilitazioni politiche o sindacali, si erano recate a Roma per manifestare a favore della famiglia, per il diritto naturale, per la difesa dei bambini, per fermare l’ideologia gender e per tutti quei valori della tradizione occidentale che, abbandonati, sono alla base della crisi attuale che si riverbera nell’economia, nei valori, nella solidarietà, nel mancato sviluppo, ecc.
I gruppi si riunivano per discutere del futuro e, in contemporanea, Adinolfi e Amato annunciavano il fatto compiuto del partito già formato a cui gli altri potevano “liberamente” aderire. 
Un po', ma all’inverso, quello che adesso dice il MOVIMENTO 5 STELLE per portare avanti il proprio disegno politico, invitando gli altri ad aderirvi.
Questo “peccato originale”, per quanto raccontato in modo diverso dalle parti interessate, ha creato scollamento e diatribe nelle compagini che fino a quel momento erano state unite e solidali fra loro. Da questo sono nati sospetti, prese di distanza, allontanamenti, boicottaggi che hanno portato al risultato di circa 300 mila voti contro le presenze di oltre 2 milioni all’ultimo Family Day e con almeno altrettanti potenziali partecipanti che erano rimasti a casa per l’impossibilità economica di recarsi nella capitale pagando di tasca propria.
Chiarito questo aspetto, e sperando che il punto sia chiaro, per il futuro, anche ai responsabili del PDF, ci rimane da evidenziare come alcuni esponenti dei movimenti del Family Day siano stati accolti, con esiti disastrosi, dalla “quarta gamba” del Centro-destra, cioè dai vari Cesa, Fitto et company, reduci di partiti strutturati ed organizzati, il cui risultato è stato veramente disastroso.
Dei dirimpettai della Lorenzin nel centro-sinistra non è il caso di spendere neanche una parola.
Essere presenti nella scena politica, avere la determinazione di partire dal piccolo risultato raggiunto per radicarsi nel territorio e crescere è un buon seme che darà germogli.
Anche per loro, di sicuro, molto dipenderà da come si muoveranno.
Le loro percentuali, in crescita, saranno fondamentali per una affermazione del centro-destra alle prossime elezioni.
Il loro splendido isolamento dovrà essere smantellato.
E’ stato uno dei loro limiti, anche se può anche aver fatto da collante al loro interno per differenziarsi da forze che, per quanto vicine, sono state ritenute lontane e inaffidabili anche per i personaggi proposti, come l’avvocato Buongiorno all’interno della LEGA o diversi esponenti di FORZA ITALIA.
Evangelicamente devono comprendere che il lievito, per agire, deve essere all’interno della massa da far lievitare, altrimenti è inutile.
I valori si difendono dall’interno e con la presenza attiva e operativa, non con la semplice testimonianza al margine e silenziata.
Il ritornello del “voto utile” è uno spauracchio che molti potenziali elettori ascoltano e, poter agire senza questo vincolo e portando la propria forza alla causa comune, potrà essere determinante.
Lo smantellamento dei partiti ex democristiani apre spazi nuovi a chi voglia investire, con credibilità, nei valori tipici del PDF.
Occorrerà avere il coraggio di aprirsi ad alleanze costruttive, rifuggendo dall’isolamento sterile, e coinvolgere persone che in tempi non sospetti hanno dimostrato la propria affidabilità come ad esempio, per non fare nomi, Giovanardi o Quagliarella, che hanno anteposto i valori al rispetto degli ordini di partito.
Infine due parole sulla LEGA che, trascinata da Salvini, consideriamo pure tra i vincitori.
Salvini è riuscito a trasformare in poco tempo un partito regionale in una forza nazionale, non solo togliendo il “Nord” dal nome, ma accreditandosi credibilmente come una sponda cui possono approdare elettori dell’estremo sud e dell’estremo centro, oltre a mantenere le basi certe del triveneto e del nord in generale.
Matteo Salvini

Anche per lui dipenderà molto dalle mosse che compirà nei prossimi giorni e nei prossimi mesi. Non deve cedere alle sirene dei 5 STELLE, trappola in cui stava per cadere nell’elezione del Presidente del Senato.
Ha compreso lo stop di Berlusconi e di certo comprenderà che l’unità del centro-destra sarà uno dei pilastri su cui si fonderà la vittoria alle prossime elezioni.
Dovesse lasciarsi incantare da Di Maio e dai suoi slogan post elettorali (per i bisogni del paese; contratto alla tedesca; collaboriamo per lo sviluppo e senza inciuci; ecc.) butterebbe alle ortiche il patrimonio di credibilità che ha saputo costruire in questi anni.
Da persona intelligente ed arguta, quale è, siamo certi che non lo farà.


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