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| Renzi (ex premier) con il Presidente Mattarella |
Oggi, 4 aprile 2018,
iniziano le consultazioni al Quirinale per la formazione del governo
a seguito del voto del 4 marzo che ha rinnovato Camera dei deputati e
Senato della Repubblica.
Non interessa tanto
seguire le consultazioni, saranno solo routine e, forse, al secondo
giro ci sarà qualche chiarimento operativo, visto lo stato di fatto
e le forze in campo.
Più interessante,
invece, è riflettere su quali siano realmente le forze in campo.
In soldoni è
importante capire chi ha vinto e chi ha perso realmente il 4 marzo.
Non è una domanda
retorica, se pensiamo che ancora oggi si discute animatamente su chi
ha realmente vinto e chi ha perso nella seconda guerra mondiale
A mio parere sono
risultati vincenti due (più uno) dei contendenti.
La vulgata propone
come vincenti il MOVIMENTO 5 STELLE e la LEGA di Salvini.
Io ritengo che non
sia così, anche se non ho la sfera di cristallo per leggere bene il
passato.
Le previsioni sono
difficili, come diceva il saggio, soprattutto se riguardano il
futuro.
Una breve analisi
generale per rifletterci insieme, anche se i fatti sono sotto gli
occhi di tutti.
A parte
analizzeremo, nei prossimi giorni, le situazioni delle singole
formazioni politiche perché, indipendentemente da chi abbia vinto o
perso, è importante il percorso che ognuno di loro farà in futuro e
quale sarà la strada che deciderà di percorrere a fronte della
vittoria sbandierata o della sconfitta patita.
Lo sconfitto più
evidente, ma non il principale, è il PARTITO DEMOCRATICO.
Non solo Renzi, ma
il PD.
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| Matteo Renzi al Lingotto di Torino - 2017 |
Renzi ne ha solo
esaltato la portata, ma la sconfitta sarebbe arrivata comunque.
Le motivazioni sono,
anche queste, sotto gli occhi di tutti, ma stranamente nessuno ne
parla in modo compiuto.
La sinistra perde in
tutta Europa, ma nel bel Paese hanno fatto di tutto per incrementare
questa tendenza suicida. Dalla legge Cirinnà, allo Ius Soli passando
per la Legge elettorale pensata per esaltare le coalizioni e poi
facendo di tutto per non costruire coalizioni, anzi accettando
scissioni interne.
Di LEU è inutile
parlare, è nell’oblio della storia. Tutto Grasso che cala.
Il vero perdente, a
nostro parere, è il MOVIMENTO 5 STELLE, anche se sono convinti di
aver vinto, dimenticando che il nostro è un sistema parlamentare.
L’impostazione
anti sistema, la contrapposizione frontale a tutte le altre le altre
forze politiche ed il disprezzo per loro ostentato lo hanno portato
alla vittoria percentuale costruita sfruttando la pancia dei
cittadini e la pia illusione che le discussioni da bar, portate al
parlamento, potessero essere strumenti di sviluppo e di risanamento
di una situazione incancrenita che ha allontanato la politica dal
paese ed il paese dalla politica.
Per i propri
obiettivi il MOVIMENTO 5 STELLE doveva raggiungere la maggioranza
assoluta, ma non ci è arrivato.
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| Luigi Di Maio |
Essendosi tagliato
tutti i ponti alle spalle, si trova emarginato ed in un vicolo cieco.
Quale partito
appoggerà un esecutivo a guida Di Maio, con anche i ministri
nominati prima ancora del voto, trascurando il proprio programma
elettorale, e senza alcun potere reale, né operativo e neanche di
controllo ?
Se il MOVIMENTO
andasse al governo appoggiando altre forze e altri leader, sarebbe
visto dai suoi elettori come una abiura delle posizioni finora
sostenute, uno stravolgimento delle ragioni per cui il movimento è
nato e si è sviluppato.
Non c’è futuro.
Sembra che i
sondaggi successivi al voto diano il MOVIMENTO ancora in aumento, ma
siamo ancora nella fase emotiva ed agiamo secondo l’italica usanza
di soccorrere sempre il vincitore, ma la sensazione è che il
MOVIMENTO abbia raggiunto il suo apice ed il futuro riserverà solo
una discesa più o meno lenta o veloce.
Chi sarebbero,
allora, i vincitori ?
Il vincitore in
assoluto è il signor Berlusconi
In seconda battuta
riteniamo che tra i vincitori siano da annoverare “IL POPOLO DELLA
FAMIGLIA” e, in aggiunta, la LEGA di Matteo Salvini.
Andando in
quest’ordine, e sempre riservandoci di approfondire a parte ognuno
dei partiti e dei soggetti interessati, guardiamoli da vicino.
Berlusconi ha avuto
le ali tarpate dal veto giudiziario ed ha commesso errori tanto
marchiani da sembrare, verosimilmente, errori voluti.
In realtà, pur se
si è speso in prima persona, non è riuscito a spostare gli
indecisi, frenati dalla sua impossibilità a dirigere il futuro
governo e dal ricordo, amaro, delle riforme incomplete che avrebbe
potuto condurre in porto quando ne aveva l’occasione, ma che la
corte insulsa dei suoi nominati e dei suoi alleati gli ha impedito di
completare e su cui non si è saputo imporre con la necessaria
determinazione.
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| Berlusconi con Clinton ed i Bush padre e figlio |
In questo quadro si
sono inseriti i ricordati errori di comunicazione, che potrebbero
anche essere voluti, tenendo conto che arrivano dal re dei
comunicatori.
La scelta di Tajani
come possibile candidato premier ha portato in primo piano una
persona valida, ma di secondo piano, la proposta è arrivata tardi e
non è stata percepita come quella di un leader, di un trascinatore,
mentre è stato un chiaro segnale per tutti che l’era berlusconiana
era ormai tramontata.
Una persona seria,
Tajani, ma che non scalda il cuore.
Una persona che, pur
operando in modo corretto nelle istituzioni europee, ne incarna le
contraddizioni e l’astio degli italiani nei confronti
dell’invadenza di Bruxelles all’origine delle crisi economiche e
valoriali di oggi.
In questa cornice,
perché diciamo che Berlusconi è tra i vincitori?
Perchè è chiaro
che nessun governo veramente operativo potrà essere formato.
Dei 5 STELLE abbiamo
accennato e Salvini, di cui parleremo tra poco, pur conducendo il
primo partito del centro-destra non può permettersi di fare il
battitore libero e cantare fuori dal coro, pena la perdita di
credibilità. Motivi analoghi ed opposti a quelli dei 5 STELLE.
Il governo che,
inevitabilmente, sarà formato, dovrà, pur nelle pieghe di una crisi
economica e di sistema ben lungi dall’essere risolta, con buona
pace di Gentiloni e dei funzionai di Strasburgo, modificare la Legge
elettorale e traghettare il paese a nuove elezioni che si
svolgeranno, però, non prima di un anno. Nel 2019 i vincoli
giudiziari di Berlusconi saranno accantonati e lui potrà di nuovo
presentarsi agli italiani chiedendo l’appoggio a FORZA ITALIA e
chiedendo di essere nuovamente designato, dal Paese, come leader del
rinato centro-destra ed investito di nuovo alla guida del Paese.
Nel frattempo i
problemi endemici saranno rimasti sul tappeto, sperando che non si
siano ulteriormente acuiti, e sarà chiaro che ricette fantasiose
quali il reddito di cittadinanza non sono percorribili e non
porterebbero certo al risanamento ed allo sviluppo.
L’altro vincitore,
per noi, è IL POPOLO DELLA FAMIGLIA.
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| Mario Adinolfi |
Può sembrare arduo
indicare in un nuovo partito, che è riuscito a conseguire lo zero
virgola, il secondo vincitore della contesa e certo dipenderà molto
da come il PDF si muoverà in futuro.
Però se analizzando
il contesto in cui si sono mossi e le loro intenzioni del
post-elezioni, ci sentiamo di affermarlo, adesso, a futura memoria.
Il PDF, infatti, ha
subito un oscuramento totale.
Nessun invito a talk
show di grido o di seconda fascia, nessun telegiornale che citasse
gli incontri dei suoi esponenti con gli elettori, nessuno che citasse
i punti del suo programma.
In sovrappiù anche
le gerarchie ecclesiastiche hanno fatto del loro meglio per tacere
sulla sua presenza.
Se anche avessero
rilasciato dichiarazioni per prenderne le distanze, si sarebbe avuto
il noto effetto del “parlate anche male di me, ma parlatene”.
Invece niente.
Il nulla.
Silenzio di tomba.
Da Sabato Santo.
Le parrocchie
impegnate alle ospitate di Emma Bonino o del PD, ma chiusura ermetica
per
IL POPOLO DELLA FAMIGLIA.
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| Emma Bonino |
I minimi mezzi
economici a disposizione, l’organizzazione volontaristica ed il
peccato originale ancora da scontare hanno fatto il resto impedendo
al PDF di raggiungere un risultato che eliminasse, almeno, lo zero
prima della virgola.
Anche
nell’esposizione dei risultati, nella notte dello spoglio che si è
prolungata nei due giorni successivi, il PDF era accomunato insieme
agli “ALTRI”.
Eppure, in queste
condizioni disperate, è riuscito a sopravanzare partiti strutturati
come CASA POUND o FORZA NUOVA, per non parlare delle formazioni di
sinistra.
Anche per il PDF
approfondiremo in separata sede il merito, ma qui è interessante
sottolineare come il partito sia riuscito a cadere in piedi e come i
suoi dirigenti abbiano preso spunto da questo risultato minimo per
iniziare a costruire il futuro, credendoci ed iniziando il cammino
che dalle prossime regionali e dalle amministrative di giugno lo
porteranno alle prossime elezioni politiche che saranno,
inevitabilmente, a breve o medio termine.
Il peccato originale
di cui parlavamo è relativo alla sua nascita, annunciata proprio il
giorno in cui a Roma era organizzato un incontro di tutti i gruppi
che avevano organizzato i Family Day per valutare come muoversi e
come trasformare in peso politico l’enorme mobilitazione di milioni
di persone che, pagando di tasca propria e senza le mobilitazioni
politiche o sindacali, si erano recate a Roma per manifestare a
favore della famiglia, per il diritto naturale, per la difesa dei
bambini, per fermare l’ideologia gender e per tutti quei valori
della tradizione occidentale che, abbandonati, sono alla base della
crisi attuale che si riverbera nell’economia, nei valori, nella
solidarietà, nel mancato sviluppo, ecc.
I gruppi si
riunivano per discutere del futuro e, in contemporanea, Adinolfi e
Amato annunciavano il fatto compiuto del partito già formato a cui
gli altri potevano “liberamente” aderire.
Un po', ma
all’inverso, quello che adesso dice il MOVIMENTO 5 STELLE per
portare avanti il proprio disegno politico, invitando gli altri ad aderirvi.
Questo “peccato
originale”, per quanto raccontato in modo diverso dalle parti
interessate, ha creato scollamento e diatribe nelle compagini che
fino a quel momento erano state unite e solidali fra loro. Da questo
sono nati sospetti, prese di distanza, allontanamenti, boicottaggi
che hanno portato al risultato di circa 300 mila voti contro le
presenze di oltre 2 milioni all’ultimo Family Day e con almeno
altrettanti potenziali partecipanti che erano rimasti a casa per
l’impossibilità economica di recarsi nella capitale pagando di
tasca propria.
Chiarito questo
aspetto, e sperando che il punto sia chiaro, per il futuro, anche ai
responsabili del PDF, ci rimane da evidenziare come alcuni esponenti
dei movimenti del Family Day siano stati accolti, con esiti
disastrosi, dalla “quarta gamba” del Centro-destra, cioè dai
vari Cesa, Fitto et company, reduci di partiti strutturati ed
organizzati, il cui risultato è stato veramente disastroso.
Dei dirimpettai
della Lorenzin nel centro-sinistra non è il caso di spendere neanche
una parola.
Essere presenti
nella scena politica, avere la determinazione di partire dal piccolo
risultato raggiunto per radicarsi nel territorio e crescere è un
buon seme che darà germogli.
Anche per loro, di
sicuro, molto dipenderà da come si muoveranno.
Le loro percentuali,
in crescita, saranno fondamentali per una affermazione del
centro-destra alle prossime elezioni.
Il loro splendido
isolamento dovrà essere smantellato.
E’ stato uno dei
loro limiti, anche se può anche aver fatto da collante al loro
interno per differenziarsi da forze che, per quanto vicine, sono
state ritenute lontane e inaffidabili anche per i personaggi
proposti, come l’avvocato Buongiorno all’interno della LEGA o
diversi esponenti di FORZA ITALIA.
Evangelicamente
devono comprendere che il lievito, per agire, deve essere all’interno
della massa da far lievitare, altrimenti è inutile.
I valori si
difendono dall’interno e con la presenza attiva e operativa, non
con la semplice testimonianza al margine e silenziata.
Il ritornello del
“voto utile” è uno spauracchio che molti potenziali
elettori ascoltano e, poter agire senza questo vincolo e portando la
propria forza alla causa comune, potrà essere determinante.
Lo smantellamento
dei partiti ex democristiani apre spazi nuovi a chi voglia investire,
con credibilità, nei valori tipici del PDF.
Occorrerà avere il
coraggio di aprirsi ad alleanze costruttive, rifuggendo
dall’isolamento sterile, e coinvolgere persone che in tempi non
sospetti hanno dimostrato la propria affidabilità come ad esempio,
per non fare nomi, Giovanardi o Quagliarella, che hanno anteposto i
valori al rispetto degli ordini di partito.
Infine due parole
sulla LEGA che, trascinata da Salvini, consideriamo pure tra i
vincitori.
Salvini è riuscito
a trasformare in poco tempo un partito regionale in una forza
nazionale, non solo togliendo il “Nord” dal nome, ma
accreditandosi credibilmente come una sponda cui possono approdare
elettori dell’estremo sud e dell’estremo centro, oltre a
mantenere le basi certe del triveneto e del nord in generale.
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| Matteo Salvini |
Anche per lui
dipenderà molto dalle mosse che compirà nei prossimi giorni e nei
prossimi mesi. Non deve cedere alle sirene dei 5 STELLE, trappola in
cui stava per cadere nell’elezione del Presidente del Senato.
Ha compreso lo stop
di Berlusconi e di certo comprenderà che l’unità del
centro-destra sarà uno dei pilastri su cui si fonderà la vittoria
alle prossime elezioni.
Dovesse lasciarsi
incantare da Di Maio e dai suoi slogan post elettorali (per i
bisogni del paese; contratto alla tedesca; collaboriamo per lo
sviluppo e senza inciuci; ecc.) butterebbe alle ortiche il
patrimonio di credibilità che ha saputo costruire in questi anni.
Da persona
intelligente ed arguta, quale è, siamo certi che non lo farà.
















