giovedì 17 novembre 2016

SANTA MARTA E LE PERSONE MOLESTE

Le catechesi in arrivo da Santa Marta illuminano sempre la nostra vita e ci indicano la retta via. Qualche volta si ha l'impressione di catechesi fatte a braccio e non meditate, ma sicuramente è una nostra impressione.
A volte non si comprende il senso del tempo in cui vengono pronunciate, ma anche questo è un parere personale.

Ad esempio la catechesi di ieri, mercoledì 16 novembre, dove Papa Francesco ci fa riflettere su una delle misericordie spirituali : "sopportare pazientemente le persone moleste".
Tempi e modi.

Spiegare questa misericordia alla fine dell'Anno Santo, sembra un pò fuori tempo. Soprattutto dopo che per un anno intero si è insistito solo sulle misericordie corporali, comunque disattese.

Ma come si dice, meglio tardi che mai.

Spiegare la sopportazione delle persone moleste citando Dio che sopporta pazientemente il suo popolo che, dopo essere stato liberato dall'Egitto si costruisce perfino un vitello d'oro, sembra un pò fuori luogo.
Le sacre scritture dicono (Esodo 32,25-29) che Mosè, vedendo l'empietà del vitello d'oro, chiama a sè chi è ancora fedele al Signore ed ordina di prendere la spada per uccidere il proprio figlio, parente o amico che si è ribellato a Dio. A fine giornata più di 3.000 sono i morti. Certo, è Mosè che lo ordina, ma Dio lo lascia fare e quando Mosè torna da Lui chiedendo perdono o chiedendo di essere calcellato dal Suo libro per l'empietà commessa dal Suo popolo, Dio lo rassicura dicendo che cancellerà l'empio che ha peccato e non Mosè.
Spiegare la sopportazione delle persone moleste utilizzando questo passo della Bibbia, senza neanche spiegare il suo significato, non mi sembra un fulgido esempio di sopportazione e di buona catechesi.
Il Santo Padre potrebbe avvalersi della consulenza di Mons. Galantino, tanto esperto dell'Antico Testamento. Oppure puntare direttamente sul Nuovo Testamento, avvalendosi dei pareri di Mons. Becciu, che sul Vecchio Testamento ha idee un pò diverse e poco praticabili.

Non mi soffermo sul livello generale della catechesi, con la storiella quasi raccontata ai bambini.
Rifletto solo sul livello delle catechesi di San Giovanni Paolo II e del suo successore al soglio di Pietro, ma anche in questo non vorrei fare paragoni impietosi.

Applichiamo questa misericordia spirituale e sopportiamo con pazienza le persone moleste.

Quando era stata pubblicata la bolla di indizione dell'Anno Santo avevo cercato di spiegare a chi mi segue che l'Anno Santo è una misericordia in sè, e non una invenzione del Papa regnante. Partendo dal significato (il corno - Jobel - che annunciava la misericordia di Dio; la lettura del Levitico, ecc.).
Un Anno Santo della Misericordia, quindi Misericordia della Misericordia, voleva porre l'accento su qualche altro aspetto.
Io l'avevo individuato nell'invito a tutti noi ad essere misericordiosi verso i fratelli, oltre che a ricordarci la misericordia di Dio verso di noi, a seguito del pentimento.
Dire che ero stato preso a male parole è un pò eccessivo, ma che un pò ebete lo ero, è una descrizione aderente alla realtà. Poi finalmente, ma sei mesi dopo, a febbraio di quest'anno, lo stesso Papa Francesco ha ribadito questo stesso concetto.
Ma ormai l'etichetta c'era, quindi perchè levarla ?
Anche una frase della bolla, per quanto chiarissima, aveva creato tensioni: annunciare il Vangelo di sempre con parole nuove.
Le parole dell'annuncio devono essere nuove ed adeguate ai giorni nostri, ma il Vangelo è sempre unico e sempre quello.
Qualcuno, purtroppo, ha provveduto a tradurre questo chiaro concetto con : adeguare il Vangelo ai tempi nostri.
Non si sa com'è (io lo so), ma questo è il concetto che tuttora vige e prospera.
Preghiamo perchè vengano tempi migliori.

venerdì 11 novembre 2016

La punizione divina di Padre Cavalcoli

Per chi non avesse seguito i fatti che commentiamo, Padre Cavalcoli, teologo domenicano, in una catechesi su Radio Maria, rispondendo ad un ascoltatore, disserta sul peccato mortale in relazione al terremoto del centro Italia.
Padre Giovanni Cavalcoli
L’Espresso prende la risposta, la adatta, la deforma e serve in pasto al  pubblico questo esito :"IL TERREMOTO E' LA PUNIZIONE PER LA LEGGE SULLE UNIONI CIVILI".
E’ una falsità, ma serve un piatto forte per smuovere l’indignazione a comando. Il pubblico ludibrio contro Padre Cavalcoli è avviato, anche se l'obiettivo non è lui, o almeno non è solo lui.